ROMA – ’’Stiamo lavorando a una legge, che abbiamo chiamato ‘Salva marè, con la quale si chiede ai pescatori che con le reti tirano su la plastica, di portarla a terra e non ributtarla a mare. Sembra una cosa semplicissima, quasi ovvia, ma al momento non c’è alcun regolamento che lo prevede. Inoltre, visto che l’80% della plastica che troviamo nel mare viene dai fiumi, si chiedono degli sbarramenti obbligatori. L’abbiamo presentata al ministro dell’Ambiente il quale è molto collaborativo. Mi auguro che vada in porto’’. Lo ha detto Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, intervenendo alla rubrica dell’agenzia di stampa Italpress ’’Primo Piano’’, di Claudio Brachino. ’’Il mare – aggiuge – è come il grembo materno, da lì è nata la vita. Pensare che nel liquido amniotico del pianeta sia presente ogni tipo di plastica è una cosa drammatica’’. ’’C’è addirittura una recente ricerca che ha dimostrato che tracce di plastica siano entrate anche nel grembo materno – ha commentato la Giugni -.
Sappiamo cosa succede ai pesci, i quali a causa della plastica possono cambiare sesso, diventare impotenti o ciechi, ma ancora non sappiamo cosa possa succedere all’uomo’’. ’’Siamo arrivati a questo punto perchè abbiamo prodotto la plastica in modo abnorme e soprattutto senza mai veramente riciclarla. Dobbiamo cambiare le regole e creare delle leggi a riguardo, ma soprattutto ognuno deve fare delle scelte, serve sensibilizzazione e poi ci sono i controlli’’ ha detto ancora la presidente di Marevivo, la quale ha però ricordato che la plastica sta solo al terzo posto nella classifica dei problemi del mare, perchè ai primi due posti ci sono i cambiamenti climatici e l’over fishing: ’’si sta pescando troppo’’, afferma.