Vittoria – Molte delle attività commerciali di Vittoria, dopo tutti i Dpcm nazionali cui hanno fatto seguito le ordinanze regionali di istituzione della zona rossa, sono state chiuse. E adesso sono alle prese con un bivio per quanto riguarda il loro futuro. E’ quanto afferma il presidente Confcommercio Vittoria, Gregorio Lenzo, esplicitando che “durante il lungo periodo di ulteriore istituzione della zona rossa in città, con la conseguente chiusura della maggior parte delle attività a novembre, avevamo sollecitato a più riprese che qualcosa si muovesse sul fronte degli indennizzi, concreti e urgenti, da garantire alle microimprese della nostra realtà. In questo mese di dicembre, poi, la notizia del disegno di legge all’Ars degli onorevoli Assenza e Aricò ci aveva fornito un barlume di speranza per indennizzi e ristori naturalmente congrui alle innumerevoli imprese presenti all’interno delle città dichiarate zona rossa in Sicilia.
Da una analisi tecnica delle imprese presenti nelle sole città del comprensorio ipparino, che erano state decretate zona rossa, risulta che le imprese interessate sono 8.018 a Vittoria, 3.596 a Comiso e 1.104 ad Acate per un totale di 12.718. Capiamo bene che – continua Lenzo – riducendo questo dato anche del 50% per codici Ateco di attività che non usufruiranno di ristori in quanto appartenenti a quel circuito di imprese aperte trattandosi di beni di prima necessità ed essenziali, la platea si riduce a 6.359 nei soli tre comuni di Vittoria, Comiso e Acate”. “Nel caso in cui – aggiunge il presidente Confcommercio Vittoria – venisse confermato un indennizzo pari ad un milione di euro per tutti i territori dichiarati zona rossa in Sicilia con riferimento a ciascuna delle sopracitate imprese, lasciamo immaginare quale contributo potrebbe toccare alle imprese presenti nei territori.
Apprezziamo dunque l’impegno dei proponenti il disegno di legge ma confidiamo e auspichiamo nella sensibilità del governo e della deputazione regionale per intervenire immediatamente con provvedimenti che tengano conto del numero di imprese presenti sul territorio, della differenza del numero di giorni tra comuni dichiarati zona rossa per poche settimane e quelli la cui durata, invece, si è protratta per più di un mese e infine che si aumenti la portata delle provvidenze con ulteriori coperture per soddisfare quelle attività che come più volte sostenuto non sono responsabili del contagio ma rappresentano il cuore pulsante della nostra città e insieme formano quel luogo chiamato comunità. Stiamo parlando di quelle stesse attività che in maniera egregia hanno seguito linee guide e protocolli per tentare di restare aperte emozionando con le loro vetrine e illuminando il centro anche alla luce di questo Natale inusuale, profondamente diverso dagli anni passati”.