Balzo del tasso di positività nell’ultimo bollettino diramato dal ministero della Salute il 2 gennaio. Se infatti il numero dei nuovi contagi è calato sensibilmente rispetto al giorno prima, con 11.831 nuovi contagi, il rapporto dei positivi in base ai tamponi effettuati (67.174) ha subito un’impennata salendo fino al 17,6%. Numeri che fanno apparire inevitabile una nuova stretta. Dal 7 gennaio, con la fine delle regole anti-Covid previste dal decreto Natale, l'Italia dovrebbe tornare al sistema diversificato di colori (zona rossa, arancione e gialla) in base a contagi e dati. E su questi, governo e regioni decideranno misure e ordinanze ad hoc da applicare di volta in volta. Sul fronte della scuola sembrava certo che, per quanto riguarda le superiori, in ogni istituto sarebbe stato garantito il rientro in presenza per il 50% degli studenti. Ma il tema ora torna prepotentemente al centro del tavolo. In scadenza, a partire dal 15 gennaio, le rigide limitazioni per il comparto ristorazione.
Ma almeno fino a quella data – e salvo nuove regole varate da governo e premier -, in zona gialla bar, ristoranti e pizzerie resteranno aperti (anche nei giorni festivi) con consumo al tavolo solo dalle ore 5 alle ore 18, mentre dopo sarà vietato consumare cibo e bevande nei locali o per strada. Dalle ore 18 alle ore 22 sarà tuttavia consentito l’asporto, mentre la consegna a domicilio resterà sempre possibile. A pesare sulle decisioni di governo e regioni però, come detto, saranno i dati forniti dalla Cabina di regia per il monitoraggio regionale. Che al momento non sono buoni: l'ultimo report dell'Iss ha infatti evidenziato la risalita dell'indice Rt a 0.93. "In particolare – analizza il documento – 9 Regioni e province autonome sono classificate a rischio basso: 11 sono classificate a rischio moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità.
Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio 'non valutabile' – equiparato a rischio alto – data la bassa percentuale di completezza dei dati". Le Regioni Calabria, Liguria e Veneto hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2 nell'epidemia di coronavirus in Italia.