Non è piaciuta al movimento politico Territorio di Ragusa la presa di posizione contro il rinvio dell’apertura delle scuole del sindaco Peppe Cassì, al quale, a sua volta, non era appunto piaciuta la decisione del Governatore Musumeci di proseguire la didattica a distanza senza far tornare gli studenti in classe in presenza. E a proposito della dichiarazione ufficiale diffusa dal primo cittadino, il segretario di Territorio, Michele Tasca, commenta “siamo in piena emergenza covid, non sembra opportuno apertura delle scuole se si va incontro alla zona rossa” ed aggiunge “i dati dell’emergenza sanitaria non depongono a favore di una situazione tranquilla, i contagi aumentano inesorabilmente, ridiventano preoccupanti quelli di ricoveri e decessi, gli indici di contagio tendono al rialzo.Tanto da far chiedere l’istituzione della zona rossa, almeno per i capoluoghi.
Andare oltre i decreti della Presidenza del Consiglio e le ordinanze eventuali del Presidente della Regione, più restrittive nell’ambito delle competenze di riferimento, ci sembra inappropriato”. Entrando nel merito delle dichiarazioni di Cassì che invece “propende per una riapertura delle elementari e delle medie per una didattica in presenza”, Michele Tasca afferma “siamo di fronte al dilagare dell'epidemia grazie anche al comportamento dissennato di molti e all’esiguità dei controlli, l’indice di positività sfiora il 20%, con gli ospedali e i pronto soccorso prossimi alla saturazione, anche se, al momento, nella nostra città, per i ricoveri, non si possa parlare di vera emergenza. Ma è indispensabile prevenire perché, come hanno anche specificato in passato i vertici della sanità locale, i cambiamenti avvengono in tempi rapidissimi.
Già in un recente passato, appelli a misure più stringenti non hanno avuto seguito e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Infine Michele Tasca conclude “pensi, invece, il Sindaco a trovare soluzioni adeguate e idonee misure di sostegno per le famiglie che hanno figli obbligati alla didattica a distanza e sono inevitabilmente danneggiate; nella scala gerarchica sono ammessi provvedimenti più stringenti, naturalmente motivati, sembra assurdo che il Sindaco voglia attenuare eventuali misure regionali sulla scuola, ammesso che gli sia consentito dalle norme”. A proposito della decisione della Regione sulla didattica a distanza per le scuole elementari e medie della Sicilia, nella dichiarazione del Sindaco Cassì (dal nostro giornale integralmente riportata n.d.r.), ricorrendo ad un retorico linguaggio quasi da libro Cuore che non ci saremmo certo aspettati da quel validissimo avvocato che Cassì è, quest’ultimo affermava che ”…nella visita dei giorni scorsi in parecchie scuole ragusane, ovunque ho trovato ordine, rispetto dei distanziamenti, aule ampie ed adeguate alle esigenze del momento, alcune oggetto di lavori di allargamento realizzati in pochi giorni dal Comune…ho conosciuto insegnanti motivati ed attenti, alunni disciplinati e concentrati su libri di didattica (altro che tablet…)… ho visto, sopra le mascherine, occhi vivaci, che svelavano tutta la gioia che a quella età si prova solo quando si condividono spazi, attività ed esperienze con i coetanei…”.
Cassì poi aveva promesso “se sarà concesso ai sindaci di decidere a livello locale, di concerto con le ASP, sulla apertura delle scuole di competenza comunale, mi adopererò per favorire la didattica in presenza” motivando così la sua posizione “a Ragusa, peraltro, l’uso dei servizi di trasporto pubblico, dove è più facile che si generino assembramenti, è limitato; gli ingressi e le uscite dalle scuole si possono scaglionare, ed i genitori possono comprendere l'esigenza di accompagnare e riprendere i propri figli senza trattenersi più del necessario”, concludendo infine ”lasciare che i nostri ragazzi rimangano ancora chini per ore davanti ai monitor è dannoso: abbiamo la responsabilità di operare le scelte migliori per il loro futuro, che coincide col futuro della intera nostra comunità”. (da.di.)