Dopo l’acquisizione di Ubi da parte di Intesa San Paolo, messa in atto con un’operazione non concordata senza precedenti nel nostro paese, il risiko del sistema bancario è in piena effervescenza. I rumors danno per probabili altre due operazioni dimensionalmente rilevanti, che dovrebbe creare due nuovi colossi bancari: la fusione tra Unicredit e Montepaschi, dai forti connotati anche di natura politica, e quella – di fatto alla pari – tra BancoBPM e BPER. Se i colossi del mondo del credito saranno i primi ad attuare operazioni di fusione, gli analisti si attendono che, nel corso dei prossimi 36 mesi, ci possano essere ulteriori aggregazioni tra le banche di medio e piccole dimensioni, un’altra utile mossa per rafforzare il sistema bancario del nostro paese. I mesi a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno, sono solitamente, particolarmente propizi per trarre dei bilanci e, in ambito bancario, stilare piani industriali per gli anni in divenire, anche se talvolta superati dal mutare degli eventi.
Consolidamento e innovazione: Banco Desio punta ad un biennio ambizioso
Nelle scorse settimane, gli analisti finanziari hanno rivolto il proprio sguardo al piano industriale presentato dal Banco di Desio, che riguarderà il biennio 2021-2023. La banca brianzola è da considerare una delle più rilevanti, tra quelle di medie dimensioni, presenti sul territorio nazionale, grazie anche all’acquisizione di altri istituti avvenuta negli anni precedenti. Tra le operazioni più rilevanti del passato, l’acquisizione del Banco di Spoleto ha consentito all’istituto brianzolo di consolidarsi ulteriormente, uscendo dai confini del settentrione. Grazie agli sportelli acquisti della banca perugina, infatti, Banco Desio è riuscito ad ampliare la propria presenza nel Centro-Italia, in particolar modo Umbria e Toscana, riuscendo a restare, stabilmente, tra le 15 maggiori banche italiane per capitalizzazione. Ed il piano industriale, assolutamente stand alone, conferma come in quel di Desio si guardi con ambizione al prossimo futuro, con la chiara intenzione di procedere ad una significativa opera di rinnovamento per non farsi trovare impreparati delle sfide che si presenteranno dinanzi nei prossimi 24 mesi. In base al documento stilato dal Consiglio d’Amministrazione, l’obiettivo principale è quello di mantenere inalterati i fattori distintivi e di stabilità della banca, che ne hanno fatto un autentico punto di riferimento nelle zone in cui opera: i clienti, anche nell’ultimo nefasto anno, hanno dimostrato di apprezzare il servizio offerto dalla banca brianzola. Non è casuale, in tal senso, che nel piano industriale venga posto un particolare accento alla creazione di nuovi modelli consulenziali per la clientela private e affluent.
Lado lancia il guanto di sfida
Questi due segmenti, grazie alle importanti somme depositate, sono in grado di generare maggiore redditività senza che la banca, a differenza di quanto avviene nel lato impieghi, si assuma alcun rischio. Un passaggio chiave del nuovo piano industriale è costituito dall’adozione di nuovi modelli distributivi in grado di migliorare l’efficienza operativa e rispondere alle richieste sempre più sofisticate della clientela, con un occhio che cade, inevitabilmente, sul potenziamento in ambito digitale, reso ancor più di stringente dal contesto attuale. Banca Desio guarda dunque al futuro. A dimostrarlo sono anche i servizi online proposti dalla banca tramite il sito internet le cui funzionalità vengono spiegate qui. Tradizione e progresso, quindi, sono i due fattori fondanti del nuovo piano industriale, che si pone obiettivi ben precisi anche in termini numerici, come testimoniato dalle parole del presidente Stefano Lado.
” Il piano industriale – dichiara Lado – in continuità rispetto alla storia recente del Gruppo Banco Desio, conferma il percorso di rafforzamento delle direttrici di rinnovamento e rifocalizzazione del modello di business della banca. La mission continuerà a svilupparsi attorno alla propria clientela con l’obiettivo di sostenere le famiglie, le piccole e medie imprese nelle loro attività e nella gestione del risparmio con una crescita programmata degli impieghi (2,4 per cento contro l’1,7 per cento del mercato) e del risparmio gestito (9 per cento contro il 5,1 per cento del mercato)”