Può capitare che la successione dell'eredità dia adito a delle liti tra gli eredi, a delle contese che spesso vanno avanti per lungo tempo, in maniera piuttosto complessa. Ultimamente sono intervenute anche delle riforme sui processi, che hanno fatto in modo di accorciare i tempi dei giudizi. Tuttavia, come evidenziano anche gli stessi esperti sull’argomento, le cause che riguardano l’eredità continuano ad essere sempre più complicate. Infatti, come prescrivono anche le norme in materia, prima di arrivare in tribunale, si dovrebbe cercare di operare un tentativo di mediazione. La mediazione può svolgere un ruolo veramente molto importante per riuscire a risolvere le liti che possono accadere in caso di spartizione dell’eredità.
Tutto avviene tramite un mediatore, che è un professionista super partes, che si occupa di fare in modo che i contendenti possano arrivare ad un punto di conciliazione. Normalmente il mediatore illustra ai due contendenti i punti di forza e le debolezze delle loro opinioni per arrivare a trovare una soluzione che possa essere condivisa.
Quando la mediazione fallisce, è possibile rivolgersi al giudice.
Ma quali richieste possono avanzare per esempio dei fratelli che litigano per dividere l’eredità di un genitore o di un altro familiare, come per esempio un altro fratello? Secondo le prescrizioni di legge, tutti i figli, non soltanto quelli legittimi, ma anche quelli naturali, hanno gli stessi diritti sull’eredità di un genitore. Alcuni sbagliano nel ritenere che ha più diritto un fratello che si è preso cura di un genitore e che gli ha dedicato particolari attenzioni rispetto agli altri che invece hanno manifestato un vero e proprio disinteresse.
Tutti hanno gli stessi diritti, però bisogna vedere se il genitore ha lasciato un testamento oppure se il genitore, prima della morte, abbia effettuato delle donazioni, che possono essere andate a favore di uno o di tutti i figli. Quando c’è un testamento scritto, viene preso come punto di riferimento per verificare la distribuzione dei beni tra i figli. Un genitore non ha la facoltà di lasciare ad un figlio una quota maggiore di beni rispetto agli altri. Infatti per legge tutti i figli hanno sempre diritto ad una quota minima, prescindendo anche da quanto è stato stabilito nel testamento. Quindi, se il testamento non rispetta le quote che sono riservate a tutti, si può anche impugnare in tribunale. Se invece non c’è un testamento, gli eredi sono il coniuge e tutti i figli e le quote possono variare a seconda del numero dei figli. Prima della ripartizione dell’eredità, in caso di successione, coloro che hanno ereditato i beni devono tenere conto delle eventuali donazioni che hanno ricevuto mentre il genitore era in vita.
Per esempio può accadere che un fratello non riceva nulla in termini di eredità, però la sua quota legittima si può dichiarare soddisfatta se, per esempio, mentre il genitore era in vita, ha ottenuto un immobile in donazione. A tale proposito Likecasa.it in una guida specifica mette in evidenza come la compravendita tra padre e figlio possa essere spesso una soluzione proprio per evitare incomprensioni e liti tra figli, capirne dunque il funzionamento e quali possano essere i costi può essere molto utile. Molte volte dunque la “vendita” è soltanto un modo che potremmo definire fittizio per lasciare la casa ad un figlio in particolare. Infatti a volte la compravendita può avvenire soltanto ad un prezzo simbolico, perché normalmente, se si vuole lasciare la casa al figlio, bisognerebbe procedere con la donazione. L’eredità può essere anche quella che deriva dalla morte di uno dei fratelli. In questo caso, senza testamento, l’eredità viene innanzitutto divisa tra i figli e il coniuge. I fratelli possono avanzare dei diritti sui beni ereditati, soltanto nel caso in cui il defunto non ha in vita né coniuge né genitori. In presenza di testamento, bisogna sempre soddisfare le quote legittimarie di cui abbiamo già parlato. In ogni caso il fratello defunto non è tenuto per legge a lasciare qualcosa ai suoi fratelli.
Può accadere che le liti sorgano anche perché uno dei fratelli si appropria dell’eredità e non vuole dividerla con gli altri. Per legge in questo caso si deve ricorrere a quella che viene chiamata petizione ereditaria. Si tratta di un’operazione a disposizione dei fratelli che non hanno ricevuto niente per veder riconosciuto il loro titolo di eredi e vedere così la restituzione della parte dei beni che spettano loro e che non avevano preso all’inizio per lesione della quota di legittima.