Cartelle esattoriali e rinvio proroga
“Rinvio cartelle esattoriali, almeno fino a giugno. inutile la proroga di un mese decisa ieri dal governo. E Gualtieri vada a casa”. Lo dice il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.“La Confedercontribuenti chiede al Governo che prenderà il nostro Paese in mano, un rinvio dell’invio delle cartelle esattoriali degli atti di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, almeno fino al mese di giugno, in attesa di varare una seria riforma della rottamazione e del saldo in stralcio che preveda il non eccedere nelle cartelle esattoriali oltre il quinto del reddito che nel 2020 (sappiamo) che si è abbassato di parecchio, a causa della pandemia. Chiediamo inoltre che, nel caso dovesse nascere un nuovo governo sempre guidato da Conte, Gualtieri sia mandato a casa e lo diciamo senza mezzi termini, perché pensiamo che sia uno dei peggiori ministri della repubblica italiana”.
La richiesta di Confedercontribuenti
Questo appello arriva dal presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, dopo avere appreso della sospensione per un altro mese dell’Invio delle cartelle esattoriali, decisa dal Consiglio dei ministri che ieri ha dato il via libera al decreto di proroga fino alla fine di febbraio, evitando così che da lunedì iniziassero ad essere spedite le cartelle sospese ormai da quasi un anno. Secondo il presidente Finocchiaro “tale decisione non serve e non porta a nulla, perché gli aiuti rivolti ai contribuenti italiani sono ben altri e molto più efficaci e duraturi. Per esempio –suggerisce Finocchiaro, tutta la fase della compliance e del nuovo rapporto col fisco e della definitiva rottamazione anche del magazzino fiscale, va fatta in maniera tale da non tenere crediti che falsano i conti dello Stato e complessivamente va fatta anche una riforma, per cui l’Agenzia delle Entrate non sia assolutamente lenta, interpretando e gestendo le leggi dello Stato, spesso cambiandole. E uno dei casi eclatanti -sottolinea il presidente nazionale di Confedercontribuenti- riguarda la grande opportunità del sismabonus e dell’ecobonus, questo nel quadro generale di una riflessione che va fatta sulla riforma fiscale, dove il legislatore scrive una cosa, ma in realtà chi decide se il sismabonus si debba fare in un modo o in un altro modo, insieme all’ecobonus, è l’Agenzia delle Entrate. Non è possibile!
Perchè gli uffici devono fare gli uffici e il legislatore deve fare il legislatore. Poi ci rendiamo conto che la debolezza della classe politica porta a tutto ciò. Per cui noi di Confedercontribuenti non molliamo -aggiunge con forza Finocchiaro-, perchè la battaglia per liberare le imprese dalle difficoltà anche legate al Coronavirus, dipendono anche dalla capacità del fisco di muoversi affinchè, nel tempo dovuto e nelle modalità compatibili con la crisi, possa riscuotere i soldi senza mettere ulteriormente in crisi le aziende, magari impedendogli di avere il ‘Durc’ in caso esigenze per lavori pubblici o di avere la regolarità fiscale. Questo tempo è finito. Noi crediamo che l’Italia che amiamo e che vogliamo debba rinascere sulla base di un consenso che sia condiviso da tutti. Basta soggetti che dicono ‘comunque e in ogni caso, le tasse vanno pagate’.
Le motivazioni
E noi diciamo che le tasse vanno pagate, ma non vanno pagate con modalità impossibili che portano a far fallire le imprese! Indipendentemente dalla posizione di Confedercontribuenti, qui è il problema che la gente non potrà pagare. E allora il rischio è quella di una rivolta, cosiddetta rivolta dell’antistato, che poi spesso non si tramuta necessariamente in iniziative di piazza, ma in una conseguente avversione verso le istituzioni. E questo rischio non si può correre. Questo è un rischio che deve essere superato e chiediamo grande responsabilità alla classe dirigente. Certamente tempo –conclude Carmelo Finocchiaro, il presidente nazionale di Confedercontribuenti – organizzeremo tante iniziative nelle piazze d’Italia, per salvaguardarle le imprese e gli imprenditori, ma anche i contribuenti. Ma sicuramente noi vogliamo scongiurare un ulteriore colpo alla credibilità delle istituzioni. Purtroppo, già poca gente crede nelle istituzioni. Non vogliamo che questo gap si allarghi ulteriormente.