Ragusa, seconda dose di vaccino Covid ai cosiddetti furbetti. Nello Dipasquale scrive al manager Asp Aliquò“ferma condanna morale ma sbagliato interrompere la somministrazione”
L’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico, ha scritto una nota indirizzata al Direttore generale dell’ASP 7 di Ragusa, arch. Angelo Aliquò, per esprimere la propria preoccupazione in merito alla decisione dell’Assessorato regionale alla Salute, di interrompere il percorso farmacologico per i cosiddetti “furbetti dei vaccini”, negando loro la somministrazione della seconda dose.
Di seguito il testo della nota:
Al Direttore Aliquò,
come sicuramente ricorderà, in merito alla campagna vaccinale in Sicilia, sono stato tra i primi a denunciare il cosiddetto “scandalo dei furbetti dei vaccini” che grande scalpore ha suscitato fino ad arrivare agli onori della cronaca nazionale e per il quale ho espresso posizioni di ferma condanna morale nei confronti dei responsabili. Tuttavia, Le consegno con questa nota la mia preoccupazione rispetto alla decisione dell’Assessorato regionale alla Sanità di non procedere alla somministrazione della seconda dose per questi famigerati “furbetti”. Ritengo che ogni dose di vaccino sia preziosa e quindi non procedere al richiamo anche nei confronti di chi l’ha ottenuto in modo non trasparente vorrà dire, di fatto, aver buttato delle dosi, quando comunque, prima o poi, queste persone dovranno essere vaccinate lo stesso. Inoltre, e questa è la mia preoccupazione maggiore, la comunità scientifica nazionale, e non solo, è attualmente divisa sui rischi che si corrono nella ipotesi di interruzione del protocollo vaccinale che prevede che la seconda dose vada somministrata entro 21-28 giorni dalla prima, e comunque non prima di 19 e non oltre 42 giorni dalla prima iniezione.
Questo protocollo di somministrazione è stabilito per più motivi: innanzitutto si teme che somministrare solo una delle due dosi previste potrebbe generare una variante del virus nei confronti della quale, poi, il vaccino stesso potrebbe essere inefficace; in secondo luogo, oltre quei termini, si sarebbe “fuori etichetta” e legalmente verrebbe meno la possibilità di rifarsi nei confronti del produttore del farmaco in caso di un qualsiasi problema. Come anticipato poco sopra, la comunità scientifica è attualmente divisa su quali potrebbero essere i rischi, ma la posizione maggiormente accreditata è quella che fa riferimento al parere di autorevoli professionisti del settore come il prof. Roberto Burioni, il virologo Massimo Clementi e l’immunologa Antonella Viola i quali sostengono con forza che non si debba interrompere il protocollo proprio per i rischi già espressi.
Per queste ragioni e in considerazione della Sua posizione La invito pertanto a riflettere attentamente sul da farsi perché – Dio non voglia! – se dovessero insorgere problemi o se si dovesse sviluppare un nuovo ceppo del virus per colpa di una posizione non scientifica, ma morale, le conseguenze sarebbero gravissime. I responsabili dello scandalo sono già stati condannati dal giudizio etico di ognuno di noi, saranno sanzionati con provvedimenti disciplinari e risponderanno di quanto fatto anche dinanzi alla Giustizia, ma il percorso farmacologico iniziato deve essere portato a termine".