Il bonus scuola da 100 euro è un contributo che riceveranno professori, presidi, personale amministrativo, tecnico e ausiliario a febbraio 2021. Il bonus scuola da 100 euro sarà erogato in busta paga. Si tratta del bonus scuola, retaggio del decreto Cura Italia, uno dei provvedimenti del Governo contenenti i primi aiuti per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica da Coronavirus. Il bonus scuola da 100 euro non arriverà a tutti, vediamo perché e a chi tocca. Il contributo, spiega laleggepertutti.it interesserà i lavoratori del comparto e in particolare: professori; presidi; personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ata) e direttori dei servizi generali e amministrativi (dsga, cioè coloro che coordinano il personale ata e vengono subito dopo il preside nella gerarchia scolastica).
Però, di questi, avranno diritto all’aumento solo coloro che hanno lavorato in ufficio a marzo 2020, cioè nel periodo più critico della pandemia: il primo periodo della fase uno, quando l’Italia era in massima allerta. L’aiuto, dunque, non interesserà chi, pur rientrando in queste categorie professionali, ha operato in modalità di smart working o è stato assente per altri motivi come malattia, ferie, congedi e permessi non retribuiti o retribuiti. Le prime erogazioni sono previste a febbraio, ma anche qui c’è da fare un distinguo. Riceveranno a breve la somma i lavoratori delle scuole che si sono, per così dire, mosse prima. Il ministero dell’Università e della Ricerca (Miur) aveva infatti chiesto agli istituti scolastici di portarsi avanti, facendo una ricognizione interna per capire chi, tra il personale potesse avere i requisiti per ottenere il beneficio. I dati, poi, dovevano essere inviati al ministero. Da qui, però, è stato comunicato che non tutti gli istituti scolastici hanno proceduto all’adempimento.
Quindi è stata data una scadenza che è il 12 febbraio alle ore 10: le scuole che non daranno comunicazioni al Miur entro questa tempistica avranno comunque accesso al contributo ma successivamente. Oltre a questo, in una nota risalente al 9 gennaio scorso, il ministero aveva anche spiegato come sarebbe stata quantificata la cifra da riconoscere in busta paga ai singoli lavoratori. In sostanza va usato il rapporto tra i giorni in cui si è lavorato in sede a marzo del 2020 e i giorni lavorabili. Questi ultimi sono 22 per chi lavora 5 giorni a settimana oppure 26 se i giorni lavorati settimanalmente sono 6. A questo proposito, sempre per far capire come vengono individuati gli importi dei singoli bonus, una nota dell’Agenzia delle entrate ha chiarito che il calcolo viene fatto moltiplicando il numero 100 per il rapporto tra giorni lavorati nel periodo di riferimento e giorni lavorabili.