Celebrata al Giovanni Paolo II di Ragusa la giornata per la vita con la piantumazione di simbolico albero di mandorlo e la benedizione dei neonati e delle neomamme in attesa.
Libertà, vita e responsabilità. Si è snodato su questi temi il messaggio della Conferenza episcopale italiana in occasione della 43esima edizione della Giornata nazionale per la vita che ieri è stata celebrata anche a Ragusa, all’ospedale Giovanni Paolo II. L’appuntamento, promosso dalla diocesi di Ragusa, dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute in particolare, in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia, l’ufficio per l’insegnamento della religione cattolica, e, nello specifico, il Centro di aiuto alla vita d’intesa con l’Asp 7, ha spinto i vescovi a interrogarsi sul senso della libertà a partire dal tempo di pandemia che la collettività sta vivendo e che ha costretto tutti a limitazioni e lontananze.
L’iniziativa è stata inizialmente caratterizzata dalla santa messa e dalla benedizione dei neonati al reparto Ostetricia. Poi, nel reparto Neonatologia, la benedizione dei neonati prematuri. Quindi, un appuntamento simbolico e significativo, a cura del Centro di aiuto alla vita, rappresentato da Carlo e Maria Moltisanti, con la piantumazione nel giardino antistante l’ospedale di un albero di mandorlo, simbolo della vita che sboccia. Accanto all’albero la scritta “Ogni vita umana, unica e irripetibile, che vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile” di San Giovanni Paolo II. Il relativo momento di preghiera è stato presieduto da monsignor Roberto Asta, amministratore apostolico della diocesi di Ragusa. Il simbolo della giornata per la vita, un piccolo albero, è stato consegnato alle neomamme e alle mamme in attesa.
Assieme a questo, anche l’immaginetta della giornata con al centro il bambino, grande dono di Dio, e Maria e Giuseppe attorno, simbolo di protezione del grande dono della vita dai pericoli che attentano ad essa. Le mamme sono state ringraziate per il loro “sì” alla vita, lo stesso “sì” pronunciato da Maria. “Voglio ringraziare il primario, il dottor Giuseppe Bonanno – sottolinea il direttore della Pastorale della salute, il sacerdote Giorgio Occhipinti – per la sua introduzione a questo appuntamento. Durante la messa, poi, ho ringraziato i medici e gli operatori sanitari del reparto per il loro servizio a favore della vita. Il nastro apposto sull’albero con i nomi rappresenta tutti i bambini nati durante l’anno. Circa 120. Vita e libertà significa anche responsabilità. Tutto ciò attraverso le misure di sicurezza portate avanti in questo periodo di pandemia: privandoci di abbracci, vicinanza, noi preserviamo la vita degli altri con sacrificio e amore.
L’unico a non portare mascherine e a non rispettare i distanziamenti è il nostro cuore che da lontano può stringere tutti in un profondo abbraccio”.