Il 30% dei fiorai della provincia di Ragusa ha abbassato le saracinesche in via definitiva durante il 2020. Salerno (Federfiori): E se non ci sarà inversione di tendenza il peggio per il comparto è destinato ad arrivare nel 2021.
Cinquemila fiorai hanno abbassato le serrande nel 2020 in tutta Italia e nel 2021 il numero potrebbe aumentare, fino al 40% di chiusure. Anche in provincia di Ragusa, si registrano alcune cessazioni di attività che hanno destabilizzato il comparto. L'allarme arriva da Federfiori-Confcommercio. “Il 30% ha chiuso i battenti nello scorso anno – afferma il presidente provinciale Federfiori, Giovanni Salerno – e se continua così prevediamo che ne chiuderanno altri fino al 40% in meno. Non facciamo altro che ricevere segnalazioni dai nostri associati che non ce la fanno più a pagare gli affitti e a sostenere tutti gli altri costi in un momento come questo in cui la gente gira poco. Noi, con i negozi aperti, buttiamo nella spazzatura quintali di fiori”.
Le cause delle chiusure per crisi dei fiorai in provincia di Ragusa
A penalizzare moltissimo i fiorai, che sono stati chiusi solo durante il primo lockdown, è la mancanza di eventi come congressi, cerimonie, matrimoni, ma non solo. “Noi viviamo di assembramenti, che non ci sono più. La gente – afferma il presidente di Federfiori – non va più neanche a cena dagli amici e quindi non porta un mazzo di fiori o una pianta”. Le perdite di fatturato, insomma, arrivano fino all'80% e, quanto ai ristori per la chiusura nel primo lockdown, la categoria è stata rimborsata solo con 600 euro. “Abbiamo scritto mille volte al governo nazionale – spiega Salerno – La logica dei ristori si basa sui codici Ateco, ma vanno assegnati sulle perdite di fatturato e solo così si può contrastare questo pesante disagio, constatando quanti sono stati i cali di fatturato. Così non si può andare avanti. Ecco perché diciamo che occorrono iniziative concrete”.
E il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, aggiunge: “E’ un’altra categoria che deve essere posta sotto attenzione. Non si può proseguire come se nulla fosse mentre molti imprenditori si vedono costretti ad abbassare la saracinesca. E’ una situazione a dir poco devastante. Abbiamo bisogno di ristori e indennizzi adeguati ma, soprattutto, abbiamo bisogno di capire se c’è una prospettiva perché così, altrimenti, si continua a procedere a tentoni rischiando un clamoroso salto nel buio”.