RAGUSA LA STROKE-UNIT NEUROLOGICA UNA CONQUISTA STRAORDINARIA
Il sindaco Cassì “una sentenza che stimola a superare le logiche di campanile”.
Entusiasmo nei commenti ufficiali dell’amministrazione ragusana per la sentenza del Tar di Catania del 25 gennaio scorso con cui “è stato condannato l’Assessorato Regionale alla Salute ad istituire la suddetta stroke unit nell’ospedale ragusano entro 180 giorni dalla comunicazione della sentenza, provvedendo altresì a nominare il Presidente della Regione Siciliana quale Commissario ad acta nell’ipotesi di inerzia nella esecuzione della sentenza citata”. Anticipata già all’indomani della pronuncia dall’associazione Partecipiamo che aveva dato “pieno merito all'intenso e determinato impegno, documentato e pubblico, che Giovanni Iacono da Presidente del consiglio comunale e capogruppo di Partecipiamo ha condotto contro l'atto aziendale dell'ASP di Ragusa”, la decisione del tribunale amministrativo ha dichiarato la nullità dei Decreti dell’Assessore Regionale alla Salute della Regione Siciliana per la mancata istituzione della stroke unit nel reparto di Neurologia dell’ospedale di Ragusa.
Secondo il giudice amministrative etneo, in particolare, gli atti regionali impugnati violavano la sentenza definitiva dello stesso TAR Catania n.2048/2018. Ricordava infatti il direttivo di Partecipiamo “nella sentenza vi è il pieno riconoscimento delle motivazioni scritte nel lungo ed articolato ordine del giorno che Iacono, allora Presidente del Consiglio Comunale presentò in Consiglio Comunale e che fu approvato, organizzò il Consiglio Comunale aperto davanti all'ospedale civile, chiese ed ottenne l'audizione il 12/12/2015 alla Commissione parlamentare alla sanità dell'ARS. Quell'ordine del giorno è diventato la fonte informativa e rivendicativa del Comune di Ragusa e in tutti questi anni non si è mai retrocesso nella direzione del riconoscimento delle ragioni espresse ed è continuata la totale e costante collaborazione con l'Avvocatura del Comune che ha svolto un lavoro incisivo e determinato nelle aule della giustizia amministrativa”.
Ed oggi è lo stesso sindaco Cassì ad affermare “si tratta di una sentenza di straordinaria importanza per la nostra città e per il nostro territorio, che costituisce il coronamento di anni di iniziative giudiziarie, avviate dal mio predecessore e poi da me proseguite e rinnovate di fronte alle persistenti resistenze ed inerzie regionali. Ringrazio il Prof. Antonio Barone e l’Avv. Sergio Boncoraglio per la grande attenzione con cui hanno seguito questo lungo e complesso contenzioso, ottenendo un risultato che costituisce un precedente giurisprudenziale di riferimento in materia di organizzazione e programmazione della rete sanitaria regionale. Questa sentenza è anche uno stimolo a superare le logiche di campanile, per abbracciare una visione strategica ed integrata dell’organizzazione territoriale della sanità che tenga conto anche della posizione geografica dei suoi poli ospedalieri, in questo caso baricentrica.
Questa centralità, ovviamente, convive con le altre eccellenze sanitarie del territorio ibleo, nella convinzione del grande sforzo che tutti dobbiamo continuare a mettere in campo per garantire il diritto alla salute dei nostri cittadini”. A far eco al primo cittadino l’assessore alla Sanità Luigi Rabito, responsabile dell’anestesia e rianimazione degli ospedali ragusani “la sentenza del TAR di Catania rappresenta un significativo miglioramento del livello di assistenza offerto ai pazienti. L’ictus ischemico acuto, anche definito infarto cerebrale, è una patologia tempo – dipendente e pertanto riducendo al minimo i tempi di diagnosi ed intervento si abbatte in maniera significativa sia la mortalità che la disabilità causate da questa grave patologia. Con l’istituzione della Stroke – unit il DEA dell’Ospedale Giovanni Paolo II, già dotato di Pronto Soccorso, Emodinamica e Rianimazione, si conferma ancora di più un punto di riferimento fondamentale per la gestione dell’emergenza provinciale”.
Che si tratti di un valore aggiunto per la sanità iblea, non in contrasto o concorrenza con la stroke unit dell’ospedale Guzzardi di Vittoria, era stato del resto già esplicitato dalla deputata regionale 5 stelle Stefania Campo insieme al candidato sindaco di Vittoria Piero Gurrieri. I due avevano infatti affermato “a tutti noi stanno a cuore le sorti della Stroke Unit di Vittoria, che non viene assolutamente pregiudicata da una sentenza definitiva che ha imposto l'istituzione della stessa unità anche a Ragusa. Le sentenze, peraltro, si possono criticare, condividere o non condividere, ma vanno rispettate. Se il Tar più di una volta si è espresso per istituire la Stroke Unit a Ragusa, ci saranno state motivazioni valide, logistiche, giuridiche e di ragionevolezza, non certo politiche. Difatti, secondo i giudici amministrativi le disposizioni scaturenti dalla sentenza n. 2048/2018 imponevano all’Assessorato regionale della Salute e all’Asp di Ragusa l’istituzione di una U.O.S. di Neurologia con Stroke Unit presso l’Ospedale di Ragusa, giudicandola addirittura “doverosa”. Tuttavia l’Assessorato regionale in questo lungo frangente ha continuato ad ignorare tale disposto, e per questo, nella sentenza del 25 gennaio scorso, il Tar di Catania ha sancito l’obbligo di adottare entro 180 giorni un nuovo atto di programmazione che preveda l’istituzione presso l’ospedale di Ragusa di una Stroke Unit nel reparto di Neurologia.
Dopo di che, l’Asp di Ragusa dovrà adeguare la sua struttura organizzativa in conformità al nuovo atto di programmazione regionale”. Dopo queste considerazioni Stefania Campo e Piero Gurrieri avevano concluso “non esiste una parola, né nella sentenza né in nessun altro ufficiale, su un presunto trasferimento programmato della Stroke Unit di Vittoria verso Ragusa, e nemmeno su una presunta soppressione della Stroke al Guzzardi. Lo stesso Direttore Generale dell’Asp, Angelo Aliquò, aveva ribadito che “istituire” Ragusa non significa “sottrarre” al Guzzardi di Vittoria. La palla ora passa all’Assessorato regionale, che si è rivelato in questa vicenda del tutto incapace di redigere un atto di programmazione. Un atto, pertanto, che tenga conto sia dei parametri imposti dalla legge, sia delle concrete realtà già esistenti nei nostri presidi ospedalieri”. (da.di.)