Sembra scritto nel libro nero del destino, che ogni volta che si siano profilate buone notizie per la realizzazione della Ragusa-Catania, debba intervenire qualche ostacolo o perlomeno qualcosa che metta in dubbio le (poche) certezze acquisite. Il cambio di governo, con la nascita della compagine Draghi, ed il conseguente cambio al vertice delle infrastrutture crediamo abbiano provocato molta apprensione all’interno del Comitato ristretto che si occupa di seguire l’iter procedurale dell’arteria e che comprende Ance, Cna, Casartigiani, Confagricoltura, Confartigianato, Confocmmercio, Confesercenti, Confcooperative, Coldiretti, Fnaarc, Legacoop, Pmi, Upla, Sicindustria, tutti rappresentati da Salvo Ingallinera, Leonardo Licitra, Giuseppe Santocono e Roberto Sica. E il Comitato, previdentemente, ha messo le mani avanti e chiesto al ministro Giovannini un incontro “nei tempi e nelle forme che vorrà stabilire, per poterci confrontare su quanto finora fatto e su quanto deve ancora essere fatto”.
I componenti del Comitato si riallacciano fiduciosamente alla dichiarazione del neo-ministro secondo la quale è sua intenzione “aprire un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee e per accelerare questo percorso”. Nella lettera a Giovannini Salvo Ingallinera, Leonardo Licitra, Giuseppe Santocono e Roberto Sica.ricordano “seguiamo il progetto del raddoppio della strada di collegamento Ragusa-Catania dal 17 novembre del 2003 e nella nostra funzione di rappresentanza di tutte le associazioni di categoria del territorio abbiamo avuto interlocuzioni con i 9 governi succedutisi nel corso di questi anni. La nostra è stata ed è un’azione costante di monitoraggio, stimolo e verifica. I problemi di quest’opera (ma come di tante altre nel nostro Paese) sono sicuramente a Lei ben noti: una fitta rete di burocrazia connessa con una frequente paura della firma; una normativa non all’altezza del compito e mai compiuta; decreti e procedure che avrebbero dovuto semplificare e che, invece, hanno finora aumentato le difficoltà e i dubbi interpretativi, continuando ad allungare oltre ogni misura i tempi e i costi economici e sociali. La Ragusa-Catania è arrivata al progetto esecutivo.
Il precedente governo aveva annunciato l’apertura dei cantieri entro quest’anno, cercando così di rispettare il cronoprogramma dettato dalla procedura per l’utilizzo dei fondi nazionali ed europei assegnati da decenni. Si tratta di un’opera coerente con la dotazione infrastrutturale strategica del territorio (che possiede il peggiore indice del Paese) ed elemento fondamentale di sistema per la ridefinizione della mobilità sostenibile per il collegamento organico della Sicilia con il Continente e con i corridoi europei nelle direttrici Nord-Sud, Est-Ovest. Uno studio della Regione siciliana certifica che lo svantaggio economico (medio) dell’insularità impatta fra 1.308 e 1.208 euro per abitante con un PIL siciliano tra i più bassi fra le regioni europee. In questo quadro, il territorio ragusano risulta tra quelli più colpiti proprio a causa del più basso indice di infrastrutturazione del Paese”.
Da queste considerazioni dunque la richiesta di incontro che viene inoltrata al titolare del dicastero. E ciò proprio nel momento in cui il governatore Nello Musumeci è stato individuato come commissario per la realizzazione della Ragusa-Catania al posto di un tecnico, così come era stato precedentemente stabilito. Ma è anche vero che, essendo ormai giunti quasi all’apertura dei cantieri, ogni ulteriore tavolo tecnico di confronto non dovrebbe aver motivo d’essere. (da.di.)