Il disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate, con una sensazione di perdita di controllo. Non è seguito da comportamenti compensatori inadeguati, come il vomito autoindotto o l'abuso di lassativi. La diagnosi è clinica. Il trattamento è tramite terapia cognitivo-comportamentale o a volte psicoterapia interpersonale o lisdexanfetamina.
Ma cos’è il disturbo da alimentazione incontrollata?
Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (traduzione italiana del termine Binge Eating Disorder; BED) è un disturbo che si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche in assenza di comportamenti di compensazione inappropriati per il controllo del peso.
Rispetto agli altri pazienti con disturbi dell’alimentazione, i soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata hanno mediamente un peso maggiore, una maggiore frequenza di sovrappeso o obesità, una età di esordio più varia (che può essere a qualsiasi età, mentre per anoressia nervosa e bulimia nervosa è soprattutto in età adolescenziale), una maggiore prevalenza anche nelle persone di sesso maschile. Spesso le persone con disturbo da alimentazione incontrollata si rivolgono ai centri per il trattamento dell’obesità, ma rispetto ai pazienti con obesità riportano una maggiore presenza di sintomi psichiatrici, in particolare depressione, disturbi d’ansia e di personalità.
Anche chi soffre di disturbo da alimentazione incontrollata prova un senso di vergogna e di insoddisfazione per il proprio corpo, anche se non necessariamente viene perseguito un ideale di magrezza estremo. Essi avvertono un profondo senso di disagio nel perdere il controllo con il cibo, ma a differenza dei soggetti con bulimia nervosa, non sempre danno un’importanza eccessiva al peso o alla figura corporea per valutare se stessi. Come le persone con obesità, le persone con disturbo da alimentazione incontrollata possono essere oggetto di discriminazione da parte degli altri a causa della loro condizione fisica.
Il disturbo da alimentazione incontrollata colpisce circa il 3,5% delle donne e il 2% degli uomini nella popolazione generale durante la loro vita. A differenza della bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata si manifesta più comunemente tra le persone sovrappeso ed obese e contribuisce a un eccessivo apporto calorico; può essere presente in ≥ 30% dei pazienti in programmi di riduzione del peso. Rispetto alle persone con anoressia nervosa o bulimia nervosa, quelle con disturbo da alimentazione incontrollata sono più anziane e più frequentemente maschi.
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA: SINTOMI
Durante un episodio di abbuffata, avviene un consumo di una quantità di cibo più grande rispetto a quanto la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Durante e dopo un'abbuffata, le persone si sentono come se avessero perso il controllo. L'abbuffata non è seguita da epurazione (vomito indotto, abuso di lassativi, diuretici o clisteri), esercizio fisico eccessivo e/o digiuno. L'abbuffarsi si verifica in episodi; non comporta un eccesso di cibo costante ("spizzicare").
I soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata soffrono per questo disturbo. La depressione e la preoccupazione per la forma del corpo, per il peso, o per entrambi, da medie a moderate sono più frequenti nelle persone obese con disturbo da alimentazione incontrollata, che nelle persone di peso simile che non si abbuffano.
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA: DIAGNOSI
Criteri clinici
I criteri clinici per la diagnosi del disturbo da alimentazione incontrollata richiedono che:
Le abbuffate si verificano, in media, almeno 1 volta/settimana per 3 mesi
I pazienti hanno un senso di mancanza di controllo sul mangiare
Inoltre, ≥ 3 dei seguenti sintomi deve essere presente:
Mangiare molto più rapidamente del normale
Mangiare fino a sentirsi dolorosamente pieni
Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame
Mangiare da soli a causa dell'imbarazzo
Sentirsi disgustati di sé, depressi o in colpa dopo aver mangiato troppo
Il disturbo da alimentazione incontrollata si differenzia dalla bulimia nervosa (che coinvolge anche alimentazione incontrollata) per l'assenza di comportamenti compensatori (p. es., vomito autoindotto, uso di lassativi o diuretici, eccessivo esercizio fisico, digiuno). Criteri diagnostici del disturbo da alimentazione incontrollata secondo il DSM-5
Ricorrenti crisi bulimiche. Una crisi bulimica è caratterizzata da entrambi gli aspetti seguenti:
Mangiare, in un periodo definito di tempo (es. un periodo di 2 ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.
Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non controllare che cosa o quanto si sta mangiando)
Le abbuffate sono associate con tre (o più) dei seguenti aspetti:
Mangiare molto più rapidamente del normale
Mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieno
Mangiare grandi quantità di cibo quando non ci si sente fisicamente affamati
Mangiare da solo perché ci si sente imbarazzati dalla quantità di cibo che si sta mangiando
Sentirsi disgustato di se stesso, depresso o assai in colpa dopo l’abbuffata
È presente un marcato disagio in rapporto alle abbuffate
Le abbuffate si verificano, in media, almeno una volta a settimana per 3 mesi
Le abbuffate non sono associate con l’attuazione ricorrente di condotte compensatorie inappropriate come nella bulimia nervosa e non si verificano esclusivamente durante il decorso della bulimia nervosa o dell’anoressia nervosa