Domani, domenica 21 marzo, è il giorno della tradizionale festa esterna in onore di San Giuseppe a Giarratana. Due le processioni con il simulacro che si sarebbero svolte nel corso della giornata se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria in corso. Un modo da parte della comunità dei fedeli per sancire la propria devozione nei confronti del Patriarca. E anche se le stesse non potranno svolgersi, resta comunque immutata l’attenzione e l’affezione che il popolo giarratanese nutre nei confronti dello sposo della Vergine Maria. Domani, il primo appuntamento è in programma alle 8,30 con la celebrazione eucaristica in chiesa Madre. Alle 11, la santa messa solenne che sarà presieduta da mons. Sebastiano Roberto Asta, amministratore apostolico della diocesi di Ragusa, e animata dalla corale parrocchiale. Alle 12 lo sparo di 19 colpi a cannone oltre allo scampanio che caratterizzerà uno dei momenti più sentiti del giorno della festa. Dalle 16,30 alle 18, in occasione della tradizionale “cena”, è in programma una raccolta di beni durevoli di prima necessità da destinare alle persone bisognose di Giarratana.
Si prosegue, poi, con la celebrazione eucaristica delle 19. Alle 21, quindi, ci sarà la riposizione del simulacro del patriarca San Giuseppe nella cappella dell’altare maggiore. Le operazioni si terranno a porte chiuse secondo quanto disposto dalla diocesi di Ragusa con decreto del 13 giugno scorso. Ieri, intanto, la festa liturgica di San Giuseppe è stata caratterizzata dalla Via Crucis in chiesa Madre e dalla celebrazione eucaristica con la presenza dei papà benedetti dal parroco, don Mariuzs Jozef Starczewski. La parrocchia ha rivolto una serie di ringraziamenti al Comune di Giarratana, ai vigili urbani, alla locale Stazione dei carabinieri e alla corale parrocchiale per la buona riuscita della festa. Tra gli altri, a sostenere l’iniziativa anche Confcommercio provinciale Ragusa con il presidente Gianluca Manenti che mette in risalto la tradizione identitaria di una serie di iniziative religiose che affondano le radici in epoche risalenti e che danno il senso di quanto il territorio ibleo sia ancorato alla propria memoria e alla propria cultura.