E’ iniziata online la 24esima edizione del Costaiblea Film Festival. Tra le novità di quest’anno uno straordinario connubio tra cinema e pittura. In visione due documentari dedicati al maestro sciclitano Franco Polizzi in un parallelismo continuo con la settima arte. Ha preso il via ieri la 24esima edizione del Costaiblea Film Festival. Un’edizione interamente online, sulla piattaforma MyMovies, per poter vivere, anche direttamente da casa, la grande emozione che il cinema sa regalare. Con la direzione artistica del regista e docente Vito Zagarrio, anche quest’anno il festival punta ad esaltare la Sicilia e i suoi luogi dell’anima. Lo fa lungo alcune vie direttrici come l’accostamento alla musica, alla letteratura e all’arte. Proprio per quest’ultimo ambito il festival, in programma fino al 26 marzo, crea un vero e proprio connubio tra la settima arte e la seconda arte, la pittura. Una delle sezioni è infatti dedicata agli artisti del territorio e prevede, tra i vari filmati, ben due documentari dedicati all’arte del maestro Franco Polizzi, uno dei pittori più rappresentativi dell’arte siciliana contemporanea, membro storico e fondatore, con Guccione, Sarnari, Alvarez, Candiano, del Gruppo di Scicli.
Non a caso è proprio di Polizzi l’opera artistica scelta per rappresentare l’immagine evocativa della locandina del festival, un superbo pastello dell’autore, un omaggio personalissimo a "Paris, Texas" di Wim Wenders. La visione dei documentari, come di altri film, è libera e basta collegarsi alla piattaforma MyMovies. Il primo film è “dello stesso direttore artistico Vito Zagarrio. Il regista attraversa l'opera polizziana con disinvolta maestria, lungo un felice dialogo che utilizza la macchina da presa per entrare nelle più recondite emozioni che portano Polizzi ad imprimere su tela la sua straordinaria ed inesauribile vena artistica, offrendoci la visione più intima di paesaggi solari alternati a spazi celesti tra pastelli, oli e disegni che catturano e connotano luce e colore. Il documentario si avvale della consulenza artistica della critica d’arte Elisa Mandarà, tra l’altro curatrice delle tre mostre che vengono attraversate dal documentario di Zagarrio, e cioè la personale del 2013 “I giorni e le opere” svolta a Palazzo Garofalo a Ragusa, la mostra del 2017 realizzata alla Virus Art Gallery di Roma e l’antologica “Visione luce 1974-2019”, realizzata al Silva Suri Museum, che offre uno spaccato dei vari periodi dell’arte polizziana.
Il film è un vero e proprio dialogo tra due maestri che sono cresciuti nel fervido ambiente socio culturale dell’area iblea. Zagarrio frequenta da decenni l’autore di cui è un grande estimatore e in questo documentario fa un parallelismo costante tra la pittura di Polizzi. Tutta la visione dell’arte di Polizzi è infatti contrappuntata da citazioni di film cari a Zagarrio ma anche a Polizzi che è un appassionato di pellicole. In apertura una citazione del film “Angeli su Berlino” di Wim Wenders, regista che sta molto a cuore anche allo stesso Polizzi. Poi il racconto dell’opera “Notte dei Balcani” si interseca con la citazione di un altro film, “Prima della pioggia” di Milčo Mančevski a cui l’autore si è ispirato. Poi la citazione del film “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore per congiungersi con un’opera polizziana che spalanca la vista sul cielo dal davanzale di una finestra. E poi una citazione di un film dello stesso Zagarrio, “La donna della luna” accostato ad un “Paesaggio in velocità” del pittore. Uno sguardo importante è dedicato infine anche agli omaggi liberi che l’artista ha voluto dedicare a quadri ed autori della grande tradizione.
Il secondo docufilm si intitola “Visione luce” di Angelo Piccione, giovane videomaker già affermato sulla scena nazionale con importanti premi e riconoscimenti, tra cui il premio “My Giffoni 2018” Audience Award e la sezione Giovani e premio stampa al festival “Versi di luce” (2019). In questa imperdibile e assoluta anteprima dona uno sguardo tutto nuovo alla pittura e alla figura di Polizzi artista. Anche in questo caso è coinvolta la critica Elisa Mandarà sia per la sezione critica che come voce narrante. Il documentario si pone come un focus sul pittore di Scicli cercando di cogliere le varie fasi della “vita” di un quadro: dal processo creativo del pittore alla mostra. La parte iniziale del documentario, molto ricca di dettagli, è pensata per “accompagnare” e far “immergere” lo spettatore dentro il mondo dell’artista e la scelta della musica ha proprio la funzione di rendere perfettamente questa dimensione del tempo sospeso, quasi onirico, dell’ambiente e dei colori della natura che circondano l’artista.
Il leitmotiv del documentario, infatti, è una musica minimale costituita da pianoforte ed archi in grado da poter lasciare spazio alle emozioni suscitate dalle opere senza far distogliere l’attenzione allo spettatore. Sarà dunque molto interessante anche vedere le due differenti letture che dell’arte del maestro sciclitano vengono offerte da un regista maturo come Zagarrio e da un regista giovane come Piccione. In programma, all’interno del festival, anche una interessantissima tavola rotonda, condivisa dal maestro Polizzi e dal prof. Paolo Nifosì, condotta tra storia dell'arte, specifico polizziano e cinema. Sempre in questa sezione dedicata al connubio tra cinema e arte c’è anche un video dedicato all’artista ibleo Salvatore Chessari. “Ho fortemente voluto che il festival avesse una sezione dedicata anche alla pittura poiché l’area iblea ha una tradizione artistica importante e significativa – spiega il direttore artistico Vito Zagarrio – Come ho già avuto modo di dire in fase di presentazione del festival, la nostra mission è quella di monitorare il cinema siciliano, di valorizzare il rapporto col territorio, di sottolineare l’importanza del cinema giovane e giovanissimo, di dare importanza ai mestieri del film e della televisione, di fare omaggi ai grandi Maestri del Cinema”.
Tante le sfaccettature di questa speciale edizione dove la Sicilia è grande protagonista come il focus su “la Sicilia e I Fratelli Taviani”, una lunga intervista a Paolo Taviani che accompagna la proiezione di due film, Un uomo da bruciare e Kaos, girati tra le provincie di Palermo, Caltanissetta e Ragusa. Ed ancora “la Sicilia tra cinema e letteratura”, un convegno su Leonardo Sciascia con la possibilità di vedere tre trasposizioni cinematografiche delle sue opere, tra cui Porte Aperte di Gianni Amelio. E poi “la Sicilia tra pellicola e Musica”, una masterclass di Moni Ovadia e un incontro con Pippo Del Bono ospite del gruppo catanese Okies. Infine “la Sicilia e i suoi autori”, una selezione di opere dei registi emergenti siciliani e un concorso di cortometraggi in collaborazione con il Palladium Film Festival con il premio “Piero Guccione-Giovane Cinema”. Il festival consegna inoltre il 'Carrubo D'Oro' premio speciale alla carriera all'attore palermitano Enrico Lo Verso (Lamerica, Così ridevano, Farinelli voce regina) realizzato dallo scultore ragusano Carmelo Candiano.