Stress da isolamento per Covid 19, la presenza di amici, anche se virtuale, è preziosa nelle situazioni stressanti. Lo rivela uno studio condotto dalla Dottoressa Carmen Morawetz (Istituto di Psicologia dell'Università di Innsbruck) che ha dimostrato che la presenza degli amici, anche se solo virtuale, si rivela importante per il controllo delle emozioni. Nell’anno caratterizzato da restrizioni sociali dovute alla crisi sanitaria, lo studio pubblicato sulla rivista NeuroImage dalla Prof.ssa Carmen Morawetz dell'Istituto di Psicologia dell'Università di Innsbruck, in collaborazione con i colleghi della Freie Universität Berlin e dell'Università di Melbourne, si rivela particolarmente attuale: durante i periodi di isolamento sociale e di quarantena non è stato possibile per molti incontrare di persona gli amici più intimi, con cui si è soliti condividere paure, preoccupazioni e sentimenti della vita quotidiana.
È noto che le reazioni positive suscitate, ad esempio, da messaggi incoraggianti presentati insieme alla fotografia di un amico o di un’amica hanno un effetto molto positivo sulla capacità di affrontare i sentimenti negativi. Ciò avviene per via di un'attivazione differenziata nella rete di regioni del cervello, responsabile del controllo delle emozioni. La dottoressa Morawetz ha dimostrato tramite una Risonanza Magnetica Nucleare che certe regioni del cervello, attraverso il sostegno sociale, vengono attivate più intensamente di quanto risulterebbe tentando di risolvere il problema da soli, con le proprie forze. Secondo Morawetz, tuttavia, il risultato più importante di questo studio è la dimostrazione che il supporto sociale influenza l'interazione di diverse regioni del cervello anche se la vicinanza è solo virtuale, cioè se la persona che fornisce supporto non è davvero presente nella stanza. "Anche se i dati relativi allo studio risalgono a prima del Covid-19, i risultati sono oggi ancora più importanti", afferma la Prof.ssa Morawetz.
“I giovani, in particolare, comunicano per iscritto – ancora di più in tempi di allontanamento sociale – condividono i propri sentimenti tramite applicazioni di messaggistica e di frequente cercano aiuto l’uno nell’altro”. “La corteccia prefrontale laterale gioca un ruolo centrale e sopprime la stimolazione delle regioni che hanno a che fare con lo sviluppo delle emozioni, come l'amigdala. Sappiamo da numerosi studi che il controllo emotivo può essere migliorato attraverso il supporto sociale", spiega Carmen Morawetz, che ha creato l'Affective Neuroscience Lab presso l'Università di Innsbruck, dove studia come vengono mappate le emozioni nei processi neurali. L'attivazione cerebrale, dunque, è influenzata dalla vicinanza sociale che ci lega a chi ci fornisce supporto. "Ciò significa che per il nostro cervello fa differenza se riceviamo aiuto da persone che conosciamo, come in questo caso il nostro migliore amico, o se l’aiuto proviene da una persona a noi sconosciuta", sottolinea Carmen Morawetz. ABA – Austrian Business Agency è l'agenzia per lo sviluppo economico in Austria, di proprietà del Ministero federale per la Digitalizzazione e l’Economia.
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