ROMA – ’’Il fatto è che in questi giorni sentiamo una costellazione di dichiarazioni contro le Regioni. Noi festeggiamo i 1.600 anni di Venezia, il sentir dire che è meglio centralizzare… beh, mi sembra una corrente di pensiero medievale, fuori dalla storia e fuori dalla Costituzione». Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito della campagna vaccinale. Per prima cosa ’’bisogna avere i vaccini. In secondo luogo occorre che le Regioni non si trovino sulle montagne russe con ordini e contrordini come invece è accaduto, e poi occorre avere il personale che fa le vaccinazioni. Da questo punto di vista, io dico: chi vuole, venga da noi a vedere. Però, se sono state cambiate le date di nascita di chi doveva essere vaccinato e poi sono stati aggiunti gli insegnanti, non è colpa delle Regioni».«In molti – aggiunge- hanno sottolineato ciò che ci ha reso il lavoro di vaccinare più difficile. Abbiamo dovuto stornare degli anziani, poi dalle scuole… Se poi c’è qualcuno che si è comportato male, nome e cognome: perchè si sappia, ma anche perchè possa dire la sua». «Io – prosegue Zaia – ho sempre avuto un rapporto di leale collaborazione con chiunque ci fosse al governo.
Però, deve essere un accordo tra gentiluomini, certe dichiarazioni di quest’ultimo periodo non si possono sentire. Peraltro, noi veneti un ritorno al centralismo non lo accetteremmo mai. Se serve, siamo pronti a un altro referendum».Zaia illustra il suo piano vaccinale: «Il principio è semplice: ciascuno saprà, sulla base della sua data di nascita, quando potrà andare a farsi vaccinare nel luogo più vicino a casa». La sperimentazione parte domenica in provincia di Treviso.