RAGUSA PRESENTATO IL MASTERPLAN PER L’EX SCALO MERCI. Le perplessità degli architetti e di Territorio. E se il piano relativo alla riqualificazione dell’ex scalo merci era stato definito come “masterplan fantasma”, ammantato di mistero per il silenzio che su di esso l’amministrazione comunale aveva steso, ora che la stessa ha ritenuto di presentarlo pubblicamente in una conferenza stampa appositamente indetta, piovono immediate critiche e perplessità, sia da parte dell’ordine degli architetti e dalla Fondazionne Arch sia da parte del movimento politico Territorio. Critiche e perplessità molto motivate ed argomentate proprio dagli architetti che, sicuramente, su una questione così tecnica prima ancora che politico-amministrativa, molto hanno da dire e forse, lo avrebbero avuto anche prima, se interpellati.
Per loro parla il presidente della fondazione arch Vittorio Battaglia con l’intenzione dichiarata di ripristinare “la verità storica su come sono andate le cose”. Battaglia ripercorre le tappe premettendo senza mezzi termini “l’organizzazione di incontri propedeutici alla definizione del progetto succitato e in particolare quella del seminario, svoltosi negli spazi del parco Giovanni Paolo II del City a Ragusa nel giugno del 2019 a cui si riferisce e di cui si appropria il sindaco Giuseppe Cassì durante alcune recenti interviste e in occasione del quale sarebbero stati invitati architetti e ingegneri per confrontarsi sull’argomento, sono affermazioni poco precise che ho appreso con rammarico e che mi obbligano a chiarire la posizione e il lavoro svolto, da più tempo, dalla Fondazione Arch e dall’Ordine degli Architetti di Ragusa che tanto si sono prodigati per l’argomento “Città” ma che mai hanno visto prendere in considerazione in modo opportuno le proprie argomentazioni, gli sforzi e le proposte presentate”.
Poi il presidente della fondazione ricorda quanto messo in campo dagli architetti sul tema del “Riuso per continuare la città”, culminato”nell’importante momento di confronto del 16 giugno 2019”, un vero e proprio laboratorio che avrebbe potuto rappresentare anche la base per lo sviluppo di una nuova struttura di lavoro per l’Amministrazione, un “Ufficio progetti” per la città da affiancare all’Ufficio di piano e all’Ufficio tecnico già esistenti e che sono impossibilitati, per deficit oggettivamente strutturali, a sviluppare quanto suggerito. Proposta in seguito presentata in modo programmatico e puntuale all’amministrazione”. Ed a questo punto Vittorio Battaglia lancia l’affondo “uno scenario che prevedeva un incarico diretto ad uno o più professionisti che avrebbero dovuto approfondire e studiare lo spazio in argomento, redigendo un piano programmatico utile a definire strategie e modalità attraverso le quali l’Amministrazione avrebbe potuto raggiungere lo scopo di riattivare parti del proprio territorio e in particolare dello Scalo merci. Le nostre aspettative sono state disattese e l’Amministrazione ha scelto la strada dell’incarico diretto”.
Poi il presidente conclude “tanto dovevo, con questa opportuna precisazione, al fine di mettere in luce tutto il lavoro svolto dalla Fondazione Arch e i meriti dei membri del Consiglio di Fondazione, per favorire e stabilire una proficua collaborazione con la città e la sua Amministrazione. Purtroppo, l’attuale pandemia ci ha costretti ad interrompere quelle importanti occasioni di contatto e confronto diretto, tanto care al nostro modo di operare e che ci permettevano una migliore e diretta comunicazione delle attività. Siamo pur sempre presenti ed attenti a quanto ci accade intorno, ma purtroppo le logiche della politica ci insegnano che i metodi condivisi sono spesso quelli meno preferiti e che spesso la volontà di scelta s’impone sempre sulla possibilità di confronto, il tutto a discapito della partecipazione”. Parole dunque molto dure e soprattutto significative vista la provenienza ‘super partes’. Ma anche la politica avanza le sue critiche ed il segretario cittadino del movimento politico Territorio, Michele Tasca, parlando della conferenza stampa di presentazione del masterplan, esclama “non ci sono novità relativamente alle idee progettuali da tempo anticipate dal Sindaco, nulla si è saputo specificatamente del masterplan, c’è solo da registrare la nota polemica della Fondazione ARCH che non condivide le politiche di settore e le procedure seguite da questa amministrazione per le questioni urbanistiche e per l’area dell’ex scalo merci. Un po’ troppo poco, per quelle che erano le attese per uno spazio ritenuto, giustamente, fondamentale per la rivitalizzazione del centro storico, cuore pulsante di tutta una più vasta area, secondo le intenzioni di questa amministrazione”.
Poi Tasca prosegue “nulla da eccepire sulla validità del masterplan dell’architetto Grasso Cannizzo, anche perché non si è potuto percepire molto, se non addirittura nulla, secondo le cronache di stampa, della peculiarità del piano, per cui, addirittura, pare, debbono essere ancora redatti i progetti. Il Sindaco ci aveva più volte anticipato della stazione bus, delle pensiline per i passeggeri, dei posteggi per i bus, della strada di collegamento con la via Archimede, del passaggio per piazza del Popolo e per via Scalo Merci, dell’area mercatale da allestire nell’unico immobile presente e che sarà recuperato, delle aree verdi come spazi di aggregazione, cosa c’è ora, di nuovo ?”. E quindi il segretario di Territorio conclude “dalla presentazione del masterplan non sono emersi elementi nuovi e determinanti di scelte nuove, c’è da pensare che non sia stato presentato subito dopo la consegna perché anche gli amministratori si sono resi conto che non c’era nulla di esaltante, di innovativo, di emergente dal punto di vista architettonico e anche dal punto di vista urbanistico.
Manca anche, ad uso della collettività, ma speriamo proprio che ci sia, una relazione degli autori del masterplan sui principi ispiratori dello stesso e sulle specifiche di progetto che accompagnano ogni lavoro di buon livello”. (da.di.)