Il porto di Pozzallo rappresenta una opportunità per l'Italia intera. La nota diffusa dal Comune di Pozzallo. All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo Draghi si appresta ad inviare alla Commissione Europea, entro il 30 aprile prossimo, il capitolo intitolato “Intermodalità e logistica integrata” sembra essere rimasto invariato rispetto a quello del Conti-bis. Le voci di spesa complessive per i porti rimangono uguali, 3,68 miliardi di euro, così come restano inalterate le ripartizioni al suo interno. A fare la parte del leone saranno verosimilmente gli scali portuali di Genova e Trieste, mentre per gli interventi volti a migliorare l’accessibilità nautica per la Sicilia sono presenti soltanto di Palermo, Catania e Trapani. Per il resto i finanziamenti del Recovery Fund legati alla portualità si sono fermati…in Puglia.
Una delle tre linee di intervento della “Intermodalità e logistica integrata” destina 2,10 mld per Porti e intermodalità collegati alle grandi linee di comunicazione europee e nazionali e sviluppo dei porti del Sud ed invece si opera penalizzando la Sicilia ed ancor di più la parte sud-orientale dell’Isola. Nell’area mediterranea si concentra una buona parte del nostro interscambio marittimo e la Cina ha rivolto la sua attenzione sul sistema portuale mediterraneo come nodo di smistamento e ramificazione in Europa delle supply chain che corrono lungo la via della seta, che altri non è se non una filiera di porti connessi ad aree ZES di elaborazione delle merci. Tutto questo fa del Mediterraneo uno spazio di rilevanza strategica ed è proprio in questo contesto che il sistema portuale meridionale deve trovare un ambito operativo primario.
Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, uno dei dieci assi prioritari del sistema di reti transeuropee dei trasporti (TEN-T), attraversa sette nazioni, partendo da Helsinki per arrivare a Malta, ma si ferma in Puglia salvo qualche piccola eccezione per Catania e Palermo. Il porto di Pozzallo, situato a circa 50 miglia da Malta, sembra non essere ricompreso fra quelli che beneficeranno degli stanziamenti di Next Generation Italia, pur essendo ubicato al centro del Mediterraneo e ad un tiro di schioppo dall’isola dei Cavalieri, meta terminale del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Neppure la questione dello stretto legame tra porti e sviluppo delle ZES sembra essere presa in seria considerazione, visto che la struttura portuale di Pozzallo oltre alla favorevole posizione geografica vanta la presenza di una Zona Economica Speciale ed un’ampia area retroportuale già urbanizzata ed immediatamente fruibile dalle imprese interessate.
Rappresenta il luogo ideale, inoltre, per insediare una piattaforma logistica che può ricevere le merci provenienti dall’asse Suez-Gibilterra trasformarle ed inviarle a destinazione come semilavorate o prodotti finiti. Ed ancora, visto che il fattore tempo diventa decisivo – perchè i fondi sono legati al raggiungimento degli obiettivi secondo un cronoprogramma per cui gli impegni di spesa vanno assunti entro i primi 2 anni (2021- 23) e i pagamenti vanno rendicontati entro il 2026 – per il porto di Pozzallo esiste già un progetto di ampliamento e messa in sicurezza che in tempi brevi può essere cantierabile. Basti pensare, in conclusione, che alla fine degli anni ’90 del secolo scorso era stato istituito dal Presidente Prodi, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un tavolo tecnico proprio sul porto di Pozzallo, riconoscendone così l’importanza strategica.
“Credo che in questo caso – afferma il Sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna – sia compito della politica mettere riparo ad una situazione che può diventare assurda che condanna, ancora una volta, una parte importante della Sicilia ad una marginalità geografica ed economica, per avendo pieno diritto ad essere inserita all’interno del Next Generation Italia”.