Ragusa, Commissione Risorse se ne discute in Consiglio Comunale. Sergio Firrincieli e Alessandro Antoci (M5) e Mario Chiavola (Pd) attaccano il sindaco. Approdata anche nell’ultima seduta del consiglio comunale di Ragusa, la vicenda della conduzione della commissione consiliare Risorse del 4 marzo scorso, a giudizio dei tre consiglieri componenti di minoranza, Sergio Firrincieli e Alessandro Antoci (m5) e Mario Chiavola (Pd) sembra indicare che “sia una questione su cui l’amministrazione Cassì non pare intenzionata a fare chiarezza”. Tanto da indurre i tre ad usare toni parecchio pesanti “le vicende degli ultimi giorni ci fanno pensare: difendere, in questo modo, sviste, leggerezze, distrazioni, superficialità, ci preoccupa, perché a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina. Fino a che punto l’amministrazione dei migliori, l’amministrazione del cambiamento, l’amministrazione della trasparenza e della legalità fa proprio il credo nel soprassedere a errori, sviste, leggerezze, superficialità? Fino a che punto questa amministrazione e i suoi singoli componenti si imbattono in irregolarità anche solo formali e decidono che si può andare oltre?”.
La vicenda era stata oggetto, durante la seduta del civico consesso, dell’intervento di Firrincieli che, parlando anche a nome dei due colleghi, aveva affermato “se l’amministrazione Cassì tollera la prima violazione del regolamento (nella seduta del 4 marzo n.d.r.), con la valutazione benevola del segretario generale che si sforza di ignorare l’episodio madre di tutti i peccati, se l’amministrazione Cassì tollera anche la distrazione di non considerare la mancanza del numero legale (nella seduta del 26 marzo, quando la presidente Giovanna Occhipinti aveva dato per approvato un argomento passando immediatamente al successivo, senza tener contro che eranoo presendi in collegamento solo 4 consiglieri insufficienti per assicurare la validità della seduta n.d.r.), fino a che punto dobbiamo avere fiducia in questa amministrazione e nei suoi atti? Lo chiediamo al sindaco perché abbiamo visto che ha tollerato scelte inique e sbagliate, dei suoi assessori, dei suoi collaboratori, dei suoi esperti: molti non hanno brillato per le loro strategie e il sindaco ha cristianamente sopportato”.
Nel suo intervento, poi, Firrincieli aveva esternano altre amare considerazioni “ora si passa alle palesi violazioni del regolamento e il sindaco non fa una piega, non chiede nemmeno scusa per l’accaduto, tre consiglieri di minoranza scoprono che questa amministrazione ha delle falle per quello che riguarda il rispetto delle regole, dei regolamenti, il rispetto delle minoranze che hanno chiesto le dimissioni del presidente della commissione in nome della competenza, della legalità, della precisione che sempre questa amministrazione ha inteso trasmettere fuori dal palazzo… Questa amministrazione ci stupisce perché si comprende che è disponibile al mancato rispetto delle regole, a tollerare il disprezzo verso ogni forma di opposizione, di controllo, di verifica della legittimità degli atti. Il rispetto delle regole era l’ultimo baluardo che pensavamo fosse rimasto al sindaco come bandiera della sua amministrazione e della sua maggioranza”. E Firrincieli prosegue “di colpo non abbiamo lo streaming, solo una registrazione di 7 minuti, non sappiamo cosa ci dirà il verbale, ma le conclusioni e i commenti degli stessi componenti della maggioranza in commissione sono stati molto eloquenti, più di ogni altra registrazione.
Troveremo modo di illustrare, in maniera opportuna, alla città, ogni particolare di questo sprezzo nei confronti delle regole e dei regolamenti. A questo punto ci siamo imposti una profonda riflessione: forse la nostra azione non vi ha smosso più di tanto perché il non rispetto delle regole è per il sindaco e per la sua amministrazione l’ordine normale delle cose. Se il sindaco ha un sussulto di dignità, dopo questa querelle stucchevole e di basso livello, per la quale la maggioranza si è ostinata a tenere un profilo non adeguato all’immagine propagandata da questa amministrazione, abbia almeno il coraggio di rispondere alle nostre semplici domande: poteva la presidente della quarta commissione sostituire arbitrariamente un componente, per i fini che è superfluo specificare? Poteva passare al secondo punto dell’ordine del giorno dopo che alla votazione per il primo punto era mancato il numero legale?
Solo questo può riscattare il momento forse più buio della sindacatura Cassì, e mi permetto di dire che so già che il primo cittadino non fornirà le risposte attese”. (da.di.)