Ragusa e il cannoneggiamento delle opposizioni. M5 e Pd non ne perdonano una all’Amministrazione. E’ stato incessante il cannoneggiamento messo in atto dalle opposizioni contro l’amministrazione comunale durante questa settimana che si va a chiudere. Per esempio proprio sabato è tornata in campo l’alleanza dei gruppi consiliari 5 stelle e Pd per criticare il fatto che il governo cittadino si stia dimostrando “incapace di compiere scelte a sostegno delle categorie produttive colpite dal covid”. Secondo i due capigruppo Sergio Firrincieli e Mario Chiavola, che usano una similitudine, infatti, “mentre le città-Stato che ci circondano legiferano misure a sostegno di una cittadinanza e di categorie produttive prostrate dalla pandemia, noi, la città capoluogo della provincia di Ragusa, continuiamo ad aspettare le imbeccate della Regione o dello Stato prima di prendere provvedimenti. E mentre aspettiamo, la crisi avanza, le attività chiudono e le famiglie rischiano di non riprendersi più”.
Secondo i due esponenti di minoranza “ci sono Comuni che hanno abolito del tutto la Tari per il 2021, noi siamo arrivati a malapena al 50% tenuto conto che il 25 lo mette lo Stato. Insomma, pannicelli caldi come abbiamo già avuto modo di affermare in altre occasioni che non hanno risposto alle reali necessità e aspettative dei comparti produttivi fortemente penalizzati dal Covid. Palermo 70% di riduzione, Modica, adesso, addirittura il 100%. Abbiamo bisogno di un sindaco che sappia fare il sindaco, in grado di tracciare le strade più adeguate allo scopo di dare manforte alla comunità amministrata”. Insomma, concludono Firrincieli e Chiavola, “mentre la maggior parte dei Comuni iblei si sta adoperando per trovare soluzioni di vario tipo a sostegno di chi è in difficoltà (l’ultima, ad esempio, è l’abolizione della Tari per tutto il 2021 per le categorie produttive in difficoltà), il nostro ente municipale osserva il percorso canonico, senza deviare di una virgola dalla strada ordinaria, con ciò accumulando ritardi e senza dimostrare il minimo attaccamento alla propria cittadinanza, attendendo, di fatto, che siano i livelli superiori a decidere per noi”.
Ma del resto già durante la settimana erano arrivate le prime avvisaglie quando il capogruppo dem Mario Chiavola, in una nota stampa, aveva messo sul piatto alcune questioni riguardanti la sanità ricordando al sindaco Cassì che “il suo ruolo è anche quello di autorità sanitaria locale”. L’esponente democratico aveva lamentato “la mancanza di un’ambulanza del Seus 118 all’ospedale Maria Paternò Arezzo, dove invece stazionano gli operatori dello stesso servizio di emergenza urgenza, insomma, una contraddizione in termini”. Affrontato da Chiavola poi anche il problema dei contagi crescenti in città a proposito del quale chiede “e adesso come siamo combinati? Come stanno le cose? Un fatto è certo. Rispetto a qualche giorno fa, la situazione è decisamente peggiorata.
Ma, al contrario di quanto hanno fatto i suoi colleghi, il sindaco non ha mai sentito la necessità di chiedere al governatore siciliano di proclamare a Ragusa la zona rossa. Significa che i numeri ci permettono di dormire sonni tranquilli?”. Infine Mario Chiavola pone un problema piuttosto serio a proposito dell’assessore ai servizi sociali Luigi Rabito, primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale ragusano “purtroppo, però, dello stesso assessore Rabito, la cui professionalità non si discute come primario e che merita, a tal proposito, un voto molto alto, non abbiamo, a livello politico, traccia alcuna. E non potrebbe essere altrimenti visto com’è impegnato, in questa fase delicata, nell’ambito della sua professione. Ma non sarebbe meglio, allora, se facesse un passo indietro visto che all’assessorato è da tempo che non si vede? Per fortuna, gli uffici dei Servizi sociali godono di luce riflessa, nel senso che la loro operatività è collaudata e gli effetti si vedono. Ma rimanere senza una guida politica è comunque un’anomalia che andrebbe posta sotto i riflettori e rispetto a cui la Giunta Cassì si dovrebbe fare più di qualche domanda.
Per non lasciare che prevalga l’improvvisazione”. Invece il capogruppo pentastellato Sergio Firrincieli aveva sottolineato il problema dei vari avvisi pubbici del Comune che puntualmente, o quasi, vengono ritirati dallo stesso Ente. In particolare, Firirncieli, a proposito del ritiro del bando relativo all’affidamento dei servizi ausiliari culturali del Castello di Donnafugata osserva “ennesima dimostrazione di incompetenza da parte di questa amministrazione comunale”. Poi aggiunge “non è un caso isolato, in quasi tre anni di attività, per l’ennesima volta questa Amministrazione ha ritirato un bando che non era stato predisposto a regola d’arte. Perché non ha saputo fornire gli opportuni input politici? Perché non ha saputo vigilare? Perché non è riuscita a leggere quello che stabilivano le norme? A questo punto, una risposta, al di là dei puri tecnicismi sottolineati nella nota di ritiro del bando, sarebbe opportuna.
Chi ha sbagliato? Sono diversi gli svarioni su cui l'assessore è scivolata come la più classica buccia delle banane e che riguardano il Gal. E tutto ciò malgrado le sue competenze professionali e la sua presenza nel cda. A questo punto riteniamo che debba essere il sindaco, visto quello che è accaduto, a prendere in mano la situazione, se ne ha le capacità e la tempra; diversamente decida, in un attimo di lucidità, di restituirsi agli affetti familiari, evitando di incappare in situazioni del genere che ne mettono a nudo tutti i limiti di carattere amministrativo”. (da.di.)