I 40 anni della Legge per Ibla. L’associazione Novantasettecento “un anniversario dal sapore speciale che ci proietterà a valorizzare di più i centri storici”. L’abbiamo sempre ricordata come la legge per Ibla o, nel migliore dei casi, come la Legge regionale 61/81, dove 61 indica appunto il numero del testo legislativo e 81 l’anno, mentre il giorno è l’11 aprile e la data di publbicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana è il 18 aprile 1981. Ed è quindi giusto ricordarne il quarantesimo anniversario, come ha fatto l’associazione Novantasettecento Codice avviamento progetto di Ragusa, che parla di “una ricorrenza che assume una valenza storica per la città” e si sente “in dovere di ringraziare tutti coloro i quali hanno profuso il loro impegno per la redazione di questo importantissimo strumento che ha dato lustro alla nostra città” in primis l’artefice Giorgio Chessari allora deputato regionale del Partito Comunsta Italiano.
Secondo Paolo Ucchino, ex consigliere comunale e ora uno dei componenti della fase costituente dell’associazione Novantasettecento, che, ai tempi, ha seguito l’iter normativo della 61/81 con particolare attenzione, si tratta “di ringraziare Giorgio Chessari, che ha avuto un ruolo determinante e fondamentale nel portare avanti un'idea di sviluppo della città, partendo proprio dal centro storico di Ibla e di Ragusa superiore, delimitati come zona A e zona B nel Prg approvato con il decreto assessoriale n. 183 del 2 dicembre 1974”. Ucchino poi sottolinea come “le forze politiche della città si fecero portavoce di una necessità di sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio storico della nostra Ragusa, anticipando chiaramente una tendenza innovativa e fondamentale, che si sarebbe manifestata, ampiamente, negli anni successivi, attraverso una legislazione specifica sugli interventi nei centri storici in Italia e non solo”.
Paolo Ucchino conclude infine con una riflessione ed un’esortazione “possiamo affermare, con assoluta certezza, che la legge su Ibla ha favorito il riconoscimento, da parte dell’Unesco, della ricchezza del nostro patrimonio storico-artistico, attraverso l'inserimento tra i beni di grandissimo pregio e valore. I cittadini ragusani e l'attuale classe politica e non solo, sono chiamati adesso a dimostrare, attraverso, atti concreti, che è più che mai necessario, in questo momento storico ed economico, proseguire nell'opera di valorizzazione, tutela e assoluto rispetto delle profonde e antiche radici del nostro magnifico territorio”. (da.di.)