Apertura ristoranti, si accende il dibattito a Ragusa. Interventi di Confimprese, di Comibleo e del MIO (Movimento Imprese Ospitalità). Inevitabilmente l’annuncio del premier Draghi sulla riapertura di ristoranti ed esercizi assimilati, con l’obbligo di utilizzare solo spazi esterni e l’imposizione di altri limiti come numero delle persone a tavola e distanza tra i tavoli, ha fatto accendere un dibattito, spesso molto polemico, anche a Ragusa. A partire lancia in resta è Confimprese iblea che bolla l’iniziativa del Governo come “un contentino per zittire i ristoranti” e afferma senza mezzi termini “riapertura a pranzo e a cena, dentro e fuori, con tutti i dispositivi di sicurezza. Il 26 aprile, il giorno fissato per la riapertura delle attività di ristorazione, dovrà essere assicurata anche l’apertura delle attività che non hanno dehors nell’area esterna”.
Il presidente territoriale di Confimprese, Peppe Occhipinti, è categorico “siamo allo stremo e non vogliamo più ascoltare e sentire le solite assurdità che ci propina il ministro o il componente del comitato tecnico scientifico di turno. Il 26 aprile si apre. Punto. Senza alcuna distinzione tra dentro o fuori. Non possiamo accettare che chi non ha posti all’esterno non possa aprire e gli autogrill invece si”. Tocca invece al suo omologo ed omonimo, Pippo Occhipinti, presidente provinciale dell’organizzazione datoriale, lanciare una richiesta di aiuto “le amministrazioni locali devono dare un segnale di sostegno concreto sostenendo le battaglie e le giuste rivendicazioni dei ristoratori. Bene ha fatto il comune di Modica a sospendere il pagamento della Tari per ristoranti, pizzerie, pub, trattorie, birrerie, bar, caffè, pasticcerie, gelaterie, strutture ricettive, impianti sportivi. Mi congratulo con il sindaco Abbate per i provvedimenti nei confronti delle imprese in difficoltà con un aiuto economico pari al 40% per pagare anche le locazioni dei mesi di aprile, maggio e giugno 2021.
Sembra davvero strano che il comune di Ragusa continua a non prendere in seria considerazione quello che accade in altre realtà e ad imporre, seppur con una riduzione, il pagamento della tassa sui rifiuti. Il sindaco e la giunta di Ragusa devono dare un segnale concreto ed immediato”. Ma la questione déhors sembre lasciare perplessi i residenti di Ibla riuniti nel Comibleo, comitato spontaneo di cittadini, che premettono ”“a Ibla, i residenti vogliono dire la loro per evitare le anomalie della scorsa stagione”. Comibleo chiarisce “anche i residenti sul nuovo regolamento dei déhors vogliono dire la loro per evitare che Ibla possa essere invasa da strutture incompatibili con una realtà che si fregia del titolo di patrimonio mondiale dell’Unesco”. Prendendo spunto dal fatto che è stato già avviato il confronto del Comune con le associazioni di categoria sul regolamento in questione, i rappresentanti di Comibleo avvertono “il nostro intento è quello di fare chiarezza dopo alcune anomalie che si sono verificate lo scorso anno, in periodo estivo, e che, giustamente, abbiamo fatto passare sotto silenzio perché era opportuno fare lavorare gli operatori economici a fronte di una situazione difficile causata dalla pandemia.
Chiediamo adesso, però, che tutte le attività concernenti l’installazione dei dehors possano esplicitarsi attraverso il rispetto della normativa sui centri storici sia per quanto riguarda l’aspetto sanitario sia per quello che ha a che vedere con i siti occupati dalle pedane e che, a volte, impediscono il transito dei pedoni, costretti a scendere dal marciapiede sulla strada. E’ chiaro che, da questo punto di vista, non concederemo deroghe. Giusto fare lavorare gli operatori ma altrettanto corretto rispettare i diritti dei cittadini”. Comibleo conclude chiamando in causa il sindaco Peppe Cassì, l’assessore allo Sviluppo economico, Giovanna Licitra e il presidente del civico consesso Fabrizio Ilardo ”si diano da fare affinché il regolamento possa essere adottato in maniera ottimale così da permettere agli operatori economici e ai residenti di vivere la prossima stagione estiva in maniera intensa e positiva”.
Anche il MIO Italia (Movimento Imprese Ospitalità) interviene sulla questione per bocca del suo presidente nazionale Paolo Bianchini, con una dichiarazione diffusa dal delegato provinciale di Ragusa e vice coordinatore regionale Amedeo Monopoli ”MIO Italia chiede immediati chiarimenti sulle riaperture del comparto dell’ospitalità a tavola del 26 aprile. Non esistono, infatti, ristoranti, bar, pub e pizzerie di serie A e di serie B. Non è quindi immaginabile lasciare chiusi i locali che non possono contare su spazi all’aria aperta, esasperando e spaccando un settore sfiancato da 13 mesi durissimi. Siamo a 128 giorni di restrizione dal 25 ottobre 2020 a oggi. Più del primo lockdown, che durò 68 giorni. Il comparto dell’ospitalità a tavola non può continuare a pagare colpe non sue. Tra l’altro, i cittadini e gli imprenditori subiscono ancora il coprifuoco, una misura che non può essere portata – come sta avvenendo – all’eccesso, né può rappresentare la normalità in un Paese democratico”. (da.di.)