Ragusa, il grande sonno dell'Amministrazione comunale. Territorio “il sindaco, in campagna elettorale voleva svegliare la città, serve, invece, un principe azzurro che svegli la Giunta”. La Giunta Cassì come ”una bella addormentata a cui serve un principe azzurro che la svegli”. Sceglie il riferimento favolistico il movimento politico Territorio che, a differenza degli interventi politico-amministrativi di questi giorni delle opposizioni consiliari M5 e Pd, basati per lo più su singole questioni, preferisce un’analisi a 360 gradi dell’operato dell’amministrazione cittadina. Analisi che scaturisce da una riunione del Direttivo di Territorio Ragusa che parla di “tanti annunci, tante iniziative, tanti cantieri che dovevano essere aperti in questa prima parte di anno, ma non si vede nulla di concreto, la gente comincia ad essere stanca di tanti annunci, senza che si veda qualcosa di nuovo in città”.
Tocca poi al segretario cittadino Michele Tasca fare una panoramica delle cose irrealizzate dopo aver premesso “quello che preoccupa è il silenzio che segue a molti annunci e a molti comunicati, siamo sinceramente stanchi delle domande della gente che ci chiede come è finita per questa o quella iniziativa.” Quindi entra nel vivo “non si sa da dove partire: l’apertura della Vallata Santa Domenica resta una illusione, come una illusione sono, per i tanti cittadini interessati, gli orti urbani della stessa vallata, non parliamo dell’EcoMuseo di cui non si sa più nulla. Lo stesso vale per le Latomie di Cava Gonfalone, mentre del parcheggio pluripiano non ci sono nemmeno risposte alle tante istanze dei cittadini che vorrebbero sapere dove è arrivato l’iter delle autorizzazioni.
Tanti gli annunci di bandi di gara ai quali, forse, non risponde nessuno, si cercava chi volesse organizzare mostre al Centro Servizi Culturali e all’auditorium di San Vincenzo Ferreri, si cercava chi avesse voluto gestire impianti sportivi e strutture culturali, dei locali di Carmine Putie e di quelli di via del Mercato, ormai, nemmeno si parla, visto il fallimento totale di tanti bandi annunciati, era stato presentato il progetto per il parcheggio di scambio di Marina di Ragusa e, in vista della stagione estiva, non se ne sa nulla. A fine marzo, scadevano i 270 giorni previsti per i lavori di piazza del Popolo e le transenne troneggiano ancora in zona, il 7 aprile scadeva il bando per la gestione della micromobilità sostenibile, con bici e monopattini elettrici, ma tutto tace. Annunciato in aula l’accesso ad un finanziamento di Agenda Urbana per completare la casa protetta di via Berlinguer, anche per questo silenzio assoluto. Il 16 aprile scadeva l’avviso per la gestione del City e delle aree di pertinenza, non sembra che in città ci sia stato entusiasmo per l’iniziativa, l’affidamento della rotatoria di contrada Mugno è diventata una pia illusione. I lavori nei locali dell’Opera Pia, in via Matteotti, sembrano non finire mai, i lavori per l’adeguamento dei locali della ex biblioteca, per uffici comunali, mai iniziati”.
Dopo aver constatato “il nulla più assoluto” anche in relazione agli avvisi pubblici relativi a sei azioni di intervento, dell’Autorità Urbana Ragusa-Modica “Città Barocche”, che dovevano contribuire a dare una grossa boccata di ossigeno alle imprese, Michele Tasca conclude sconsolatamente “forse, sarebbe meglio che la Giunta si riunisse per guardarsi in faccia, guardare la realtà di una città in sonno e procedere a quel rimpasto di deleghe e di assessori che molti chiedono strumentalmente ma che diventa, ogni giorno di più, quanto mai opportuno, a meno che non si voglia aspettare la venuta di un principe azzurro che sblocchi tutto con un bacio”.
E a noi tutto questo gran parlare di sonno, da vecchi appassionati lettori della hard boiled school, ci fa tornare in mente quello che probabilmente è il romannzo giallo per antonomasia e il più emblematico di Raymond Chandler e dell’intera letteratura, quel the big sleep, il grande sonno, che vede l’investigatore Philip Marlowe, malinconico e dolente, indagare in una complicata storia di corruzione e torbidi legami che si conclude con la famosissima frase “Si dorme il grande sonno senza preoccuparsi di esser morti male, di esser caduti nel letame. Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie”. Ma questa città ha invece diritto a vivere, e vivere bene. (da.di.)