Il Sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, esprime alcune perplessità sulle ultime misure adottate dal Governo di Roma, alla luce dell’aumento dei casi di positività al COVID e dei numerosi focolai nelle scuole. “Sono 220 i casi di positività registrati domenica 25 aprile a Comiso. Un numero che ci preoccupa fortemente. I focolai sono di varia natura e il problema dei sindaci è quello di avere pochissimi strumenti per contrastarli. Forse- continua il sindaco – è il momento di dire davvero come stanno le cose! Davanti ad una variante del virus che sta aggredendo anche bambini, adolescenti e persone giovanissime, è un’anomalia, una contraddizione, che il Governo con il nuovo decreto riaperture, abbia deciso di riportare in aula tutti gli studenti indistintamente dal nido alle superiori, ANCHE IN ZONA ROSSA .
Non ha senso – aggiunge il primo cittadino – appiattire e mettere sullo stesso piano le misure previste in zona arancione e in zona rossa, continuando semplicemente a colpire la stessa solita categoria di lavoratori: ristoratori e qualche negozio di vendita di abbigliamento per adulti. E le scuole? Proprio ora che i maggiori focolai, almeno a Comiso, ma più in generale in tutta l’isola e la penisola, si registrano nelle scuole, Draghi le riapre. Qual è la ratio di questa decisione, se non quella di rendere inutile la dichiarazione di zona rossa? Scaricare tutte le responsabilità sui dirigenti scolastici, sui sindaci, sulle forze dell’ordine che non saranno mai in numero tale da effettuare controlli, ha ancora meno senso se non c’è un DPCM di riferimento a tutela della popolazione.
Capisco l’allarme dei miei concittadini e lo condivido – conclude Maria Rita Schembari – ma auspicare la zona rossa che di fatto scatta in automatico secondo questi numeri, non arginerebbe i contagi proprio perché il Governo centrale, evidentemente, non lo ha previsto nell’ ultimo DPCM”.