Ragusa Confimprese ancora niente ristori dal Comune. Ancora al centro dell’attenzione il disagio, per non dire il disastro, delle imprese di ristorazione anche nella provincia e a Ragusa. Ed ancora una volta Confimprese iblea lamenta “i mancati sostegni del Comune”. Affermano il presidente territoriale di Confimprese, Peppe Occhipinti e quello provinciale, Pippo Occhipinti “diciotto mesi di chiusure prolungate, senza adeguati sostegni, rappresentano un colpo pesantissimo per le attività di ristorazione. Anche le amministrazioni locali dovrebbero dare un segnale concreto. Attendiamo da mesi, ristori adeguati anche da parte del Comune di Ragusa. Siamo in attesa di un piano di intervento straordinario iniziando dai tributi locali ai fondi ex Insicem. Il sindaco Cassi e l’assessore Licitra, in un confronto a palazzo di città, ci avevano assicurato un immediato intervento in tema di tributi.
Sui fondi ex Insicem, per accedere al bando, le imprese devono essere in regola con il Durc. Sfido chiunque, in questo momento emergenziale, ad essere in regola con il documento che certifica la posizione regolare in termini di contributi previdenziali e assistenziali. Fino ad oggi, da parte del Comune di Ragusa, non abbiamo visto nulla. Solo tantissima confusione”. I due esponenti di Confimprese aggiungono “le caratteristiche strutturali delle attività commerciali non consentono adattamenti rapidi e repentini a situazioni di lunga emergenza come questa. Confimprese iblea, nei prossimi giorni, con il supporto dell’ufficio legale, valuterà una serie di iniziative di protesta. Questi ristoratori e titolari di bar non intendono confutare affatto l'esistenza del virus ma solo rivendicare i loro sacrosanti diritti costituzionali ovvero quello di svolgere il proprio mestiere in sicurezza e con tutti i dispositivi di sicurezza.
Pippo Occhipinti e Peppe Occhipinti concludono “il tempo delle attese è finito ed anche la nostra pazienza, stufi di essere presi in giro da un governo che promette e non mantiene, di attendere "ristori" che non giungono e che comunque sono insufficienti, addirittura ridicoli. C’è davvero un limite a tutto. E questo limite è stato ampiamente superato. C’è davvero il rischio che tanti ristoranti possono chiudere definitivamente se non diamo loro la possibilità di riaprire le attività”. (da.di.)