Non si spengono gli echi della conferenza stampa dell’amministrazione comunale di Ragusa sulla crisi del servizio idrico, nell’analisi avviata dalle forze di opposizione, con un primo intervento della segreteria cittadina del partito democratico di cui abbiamo già riferito sul giornale e che si concludeva con l’invito al sindaco Peppe Cassì a dimettersi. Ma le minoranze consiliari non si limitano soltanto alla critica alle affermazioni del primo cittadino e dell’assessore al lavori pubblici Gianni Giuffrida, e con molto senso di responsabilità nei confronti della città avanzano anche delle proposte per uscire da questa impasse. Lo fa, come riferiamo in altra parte del giornale, il consigliere Gianni Iurato di Ragusa prossima e lo fanno i capigruppo del M5 Sergio Firrincieli e del Pd Mario Chiavola, che sperimentano in altri campi quell’unità di intenti di cui hanno dato ampiamente prova nella gestione della protesta contro la conduzione della Commissione Risorse. Firrincieli e Chiavola dunque esordiscono affermando che “sullla crisi idrica manca una prospettiva complessiva” e lanciano la loro idea “perchè non pensare a riparare sessanta chilometri di condutture così come fatto nel recente passato?”.
I due capigruppo di opposizione, dopo aver liquidato velocemente il riferimento all’acqua della diga Santa Rosalia fatto in conferenza stampa dal sindaco (e su cui invece verte la proposta di Gianni Iurato) e dopo essersi detti d’accordo sulla intenzione di attingere acqua dai pozzi Asi, o ad evitare sprechi, spiegano la loro proposta. “Quanta acqua si perde nelle nostre strade, lungo le condutture? Nei programmi di questa Amministrazione comunale non si fa cenno alcuno ai lavori di riparazione delle condutture idriche, sul fronte dei programmi triennali per quanto riguarda le opere pubbliche: nulla di tutto questo è previsto. Per quale motivo? E dire che la precedente Amministrazione comunale (quella grillina di Federico Piccitto n.d.r.) aveva riparato oltre sessanta chilometri di tubature. Perché, dunque, non proseguire, con una certa lungimiranza, lungo questa stessa strada?
Perché non predisporre un appalto avente a oggetto la riparazione di altri sessanta-settanta chilometri di rete idrica? Abbiamo, in città, una portata di circa 500 litri al secondo. Con gli interventi della precedente Giunta, le perdite che ammontavano a circa il 40% sono state ridotte al 20. Perché non intervenire, dunque, in tal senso?”. Poi Firrincieli e Chiavola tornano a battere sul tasto della mancata programmazione “ci risulta che, a parte gli accordi con l’Asi, le autorizzazioni dalla Regione e, forse, una danza della pioggia, nulla è in previsione per migliorare la situazione. Manca la programmazione. Ancora una volta. Potremmo attingere acqua anche dal mare. Ma se non si riparano le perdite, saremo sempre allo stesso punto. Quando nel 2018, quelli dell’attuale Giunta, hanno improvvisato un programma amministrativo, lo hanno fatto non tenendo conto di parecchie questioni riguardanti la realtà cittadina. Il fatto di non conoscere allora, non li ha messi nelle condizioni di risolvere oggi. Si parla di problematiche cittadine rispetto a cui l’attuale Giunta è impreparata.
Non si sta pensando ad alcuna soluzione d’impatto se non quella di fornire consigli ai cittadini. Eppure, la predica ai cittadini era da evitare. Ancora una volta, si dà l’impressione di non avere idea di come si amministra una città. Lo abbiamo visto, di recente, con i bagni pubblici a Marina, lo vediamo periodicamente con i bandi puntualmente ritirati, con le decisioni che il sindaco si rimangia. Per poi andare avanti facendo diventare come propri i suggerimenti delle opposizioni. Ci sembra che il sindaco non prenda alcuna iniziativa e che non abbia a tutt’oggi contezza reale dei bisogni della città e dei cittadini”. Ed ancora una volta, come del resto aveva già fatto la segreteria del Pd, l’ultima stoccata “se Cassì non è in grado di andare avanti, si faccia da parte. Ci sono altre espressioni politiche della città che sanno esattamente cosa vogliono e come fare per attuarlo. Quindi, il sindaco prenda atto delle situazioni spiacevoli che si determinano e si riconsegni agli affetti familiari”. (da.di.)