Abbiamo già esaminato la parte ‘politica’ della riflessione di Giorgio Massari resa pubblica in questi giorni. Una riflessione che è iniziata ribadendo quel concetto di ‘prossimità’ che il leader di Ragusa prossima (denominazione quindi ben appropriata) aveva già lanciato nella sua campagna elettorale come candidato sindaco di tre annni fa. Dice Massari “il tempo che stiamo vivendo sotto il dominio del Corona virus, ci ha reso meno prossimi. Sia come persone che come movimento abbiamo limitato le nostre attività a ciò che si poteva e doveva fare, sospendendo l’integralità del nostro agire, impegnati a vivere il presente, rimanendo cautamente ai confini del futuro. In questo tempo siamo andati tutti alla deriva, sia come singoli, sia come comunità nazionale e locale.
La parola più usata in questi giorni è Resilienza ed indica il movimento della barca quando, dopo essere stata capovolta dalla tempesta , riesce a rigirarsi e a riprendere il mare, crediamo come movimento che sia arrivato il tempo di riprendere in mano il timone della barca e scegliere le mete. Il coordinamento di Ragusa Prossima ha espresso la convinzione che il tempo pandemico, non è una parentesi tra due normalità, ma un tempo speciale, un’esperienza che deve spingerci ora a pensare di trasformare la realtà con nuove prospettive. Si intravedono sia a livello nazionale che locale, germogli di una rinascita, ma come ha scritto Antonio Scurati, ciò che manca è la politica, viviamo l’assenza di un orizzonte politico. Ragusa Prossima, in questi anni ha creato una comunità di donne e di uomini che ha intrapreso un cammino alla ricerca della politica. Per noi ritrovare la politica ha significato ritrovare i valori fondanti di una comunità.
Nel tempo in cui l’umano è messo in discussione dal disumano e dal post-umano, noi abbiamo posto al centro della nostra identità politica la consapevolezza che ogni uomo, come ogni comunità, è un essere in relazione e che Prossimità è la parola nuova di una politica che vuole raccontare storie credibili. Il tempo post-pandemico è il tempo in cui ricominciare a rendere operativa la comunità e la prossimità. Siamo lieti che altre forze politiche, volendo dire qualcosa di nuovo , abbiano riscoperto la democrazia della prossimità e la centralità dei territori. Noi abbiamo costruito il nostro movimento nel 2016 sulla parola Prossima, come categoria della politica. Una città prossima, una politica prossima è quella che mette al centro la relazione tra persone, tra gruppi, tra enti, tra popoli. E’ il termine della relazione, della vicinanza, della condivisione, della fraternità, della centralità della dimensione della comunità; è mettersi accanto all’altro per trovare il bene comune; è la valorizzazione delle diversità intese non come negazioni reciproche, ma come interpretazione della stessa umanità; è la cultura della lotta alla discriminazione e alla diseguaglianza; è la nuova valorizzazione dei territori.
La prossimità è il luogo dove nasci, vivi, studi, lavori, cresci i tuoi figli, intessi relazioni . La politica non può che partire dalla città. Perché richiamare tutto questo. Perché la nuova era post-pandemica ha bisogno di politica e la politica che serve è quella sintesi nodale tra elaborazione culturale e programma, come ci ha insegnato Luigi Sturzo, e Ragusa Prossima è questo. Ricordiamo inoltre che in coerenza con questi valori, abbiamo elaborato un programma amministrativo serio e di alto respiro, frutto del confronto con la città, con le realtà associative, imprenditoriali, di categoria e del terzo settore; frutto del confronto con esperti e studiosi universitari. In quel programma c’erano proposte, ancora valide , ma c’era soprattutto un’anima ed il profumo del futuro. (da.di.)