Bonifici fondo perduto Partite Iva e fondo perduto alternativo: pagamenti e nuova domanda. I bonifici del contributo a fondo perduto per Partite Iva e liberi professionisti previsti nel decreto Sostegni bis sono cominciati nei giorni scorsi mentre dal 23 giugno si potrà effettuare la domanda per il contributo a fondo perduto alternativo. Il fondo si definisce alternativo proprio perché rappresenta una possibilità aggiuntiva di ottenere il sostegno economico, rispetto a chi invece ha diritto a quello automatico. L’altra novità riguarda gli importi del rimborso che potrebbero essere più alti. Infatti, come ha già anticipato il ministro dell’Economia Daniele Franco, ci sarebbe una disponibilità aggiuntiva di 4 o 5 miliardi di euro. Ebbene, stando ai dati aggiornati dell’Agenzia delle Entrate, infatti, si è potuto rimarcare come ci siano dei fondi residui da poter distribuire. Le domande, per usufruire del fondo perduto partite Iva, sono state inferiori ai 2 milioni, mentre in realtà si stimava che ne giungessero almeno 3 milioni. Questo significa che, prendendo in considerazione gli 11 miliardi iniziali, ci sarebbe appunto una disponibilità aggiuntiva di 4-5 miliardi da distribuire.
Contributo a fondo perduto partite Iva: come verrà redistribuito questo tesoretto?
Aumentando gli importi previsti per ogni singola partita Iva o libero professionista in difficoltà? In realtà, a oggi l’intenzione è quella di aumentare la platea dei beneficiari, che nella versione originaria permetteva di accedere al fondo perduto, solo alle partite Iva con un fatturato inferiore a 10 milioni. Ora si prospetta un innalzamento di tale soglia, sembrando dunque plausibile l’accesso al fondo perduto da parte di tutte le partite iva che arrivano anche a 15 milioni di fatturato. Come si legge su quifinanza.it sono appunto in arrivo un totale di 15 miliardi di euro da bonificare a questa categoria di liberi professionisti e imprese, tenendo conto ovviamente delle differenze tra le tipologie di contributo e i requisiti necessari per poterne beneficiare.
Contributo a fondo perduto partite iva, quando arriva?
Proprio nella giornata di ieri, i bonifici tanto attesi hanno iniziato a riempire i conti correnti dei contribuenti interessati. Nella fattispecie, quelli che partono in automatico. In realtà il decreto prevede tre, anzi quattro, contributi a fondo perduto partite Iva, con alcune differenze rimarcabili tra le varie tipologie. Infatti, rispetto al precedente contributo erogato, ora il fondo perduto partite Iva varia in base alla condizione economica personale in cui si versa.
Contributo a fondo perduto: tre tipi di contributo, vediamo quali
Quello che replica il tipo di contributo già ottenuto a marzo, con il decreto Sostegni uno, che si rivolge a partite IVA con determinati range di ricavi, dimostrando una diminuzione del fatturato per un minimo del 30% tra il 2019 e il 2020. Per questa tipologia di contribuenti il nuovo fondo perduto partite Iva si eroga in automatico. Il bonus aggiuntivo, una novità del decreto Sostegni bis, che ora si calcola sulla base del calo medio mensile del fatturato, in un nuovo periodo di riferimento, che non parte più da gennaio, bensì è compreso tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021. Un’altra tipologia di contributo, che rappresenta anch’essa una novità di questo ultimo decreto, ha invece uno scopo perequativo. In questo caso non si va a prendere in considerazione il fatturato, bensì si va a concentrare sui risultati economici. Se c’è stato un peggioramento, allora si può ottenere il fondo perduto, per il calcolo del quale bisogna tenere in considerazione anche quanto percepito nel 2020 e nel 2021.
Fondo perduto partite Iva: requisiti
Il fondo perduto partite iva coronavirus è una misura nata per prestare aiuto e sostegno economico a tutti quei professionisti e imprese che hanno subito perdite, in seguito alle chiusure imposte dal Governo per contenere la pandemia. Per quanto concerne i bonifici previsti per la giornata odierna, le domande si sono concluse il 28 maggio. Il nuovo pacchetto approvato dall’Esecutivo, come si legge in diritto.it, prevede un totale di 15 miliardi di euro a sostegno di tutti i titolari di partite Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate. Per quanto riguarda questo fondo perduto partite Iva 2021, ricordiamo i requisiti principali a cui far fede per poter ottenere il beneficio.
Contributo fondo perduto partite Iva 2021
Per le partite Iva che hanno già beneficiato del contributo, come visto, il fondo perduto arriva in automatico e ammonta a 8 miliardi di euro. Si rivolge a tutti coloro che:
Hanno partita Iva attiva nel momento in cui il decreto Sostegni è entrato in vigore.
Hanno presentato la richiesta entro i tempi debiti ovvero il 28 maggio 2021, avendo diritto al contributo come da decreto-legge 22 marzo 2021
Non abbiano dovuto restituire il contributo precedente in quanto accertato di averlo ricevuto in maniera indebita.
È l’Agenzia delle Entrate che eroga il contributo, nella misura del 100% del contributo già riconosciuto nel decreto-legge 22 marzo (Sostegni uno). Questo fondo perduto partite Iva può arrivare al contribuente sia in forma di accredito su conto corrente oppure postale sia come credito d’imposta, se ad esempio quest’ultima ha rappresentato la prima scelta per quanto riguarda il primo accredito precedente. Una volta inoltrata la domanda, il resto avviene in maniera automatica, senza necessità di un nuovo intervento da parte del contribuente (o intermediario come il commercialista).
Contributo fondo perduto partite Iva: bonus aggiuntivo
Per quanto riguarda tutti i titolari di partite Iva che hanno già beneficiato del contributo ma che ora hanno diritto a un bonus aggiuntivo, c’è da specificare che il budget disponibile è di 3,4 miliardi. Rientrano in questa tipologia di beneficiari, tutti coloro che hanno partita Iva in Italia, con:
attività d’impresa, arte o professione
reddito agrario
ricavi e compensi non oltre i 10 milioni di euro.
La conditio sine qua non per accedere al beneficio, come specifica ipsoa.it, è che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 inferiore almeno del 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020. Ciò che cambia dunque è il periodo a cui riferirsi, da non calcolarsi più a partire da gennaio bensì da aprile. In pratica, questo decreto Sostegni bis prevede il riconoscimento dell’erogazione solo se dai calcoli si evidenzia un importo maggiore di quello già ricevuto.
Contributo a fondo perduto: come si procede al calcolo?
È necessario tenere conto della differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato di un anno rispetto all’altro. Poi si applica una percentuale, stabilita a monte, ovvero:
60% se i ricavi non superano i 100 mila euro
50% fino a 400 mila euro
40% se non si oltrepassa un milione di euro
30% fino a un massimo di 5 milioni di euro
20% fino alla soglia limite di 10 milioni di euro
I nuovi beneficiari del fondo perduto partite Iva
E per chi invece non ha ottenuto il contributo fondo perduto lo scorso marzo? Anche in questo caso il calcolo a cui procedere è lo stesso ovvero fatturato (da 1° aprile 2020 a 31 marzo 2021)/12 – fatturato (da 1° aprile 2019 a 31 marzo 2020)/12. Il risultato di tale calcolo va moltiplicato per le aliquote previste, differenti da quelle presentate per gli altri beneficiari.
Nella fattispecie:
90% non superando i 100 mila euro
70% fino a 400 mila euro
50% con un limite massimo di un milione di euro
40% se non si oltrepassano i 5 milioni di euro
30% entro i 10 milioni di euro
La regola generale che vale per queste due tipologie di beneficiari è che il fondo perduto partita Iva da erogare può essere al massimo di 150 mila euro. Il contributo a fondo perduto partite Iva così ottenuto non contribuisce alla formazione della base imponibile, in fase di dichiarazione dei redditi, né va computata nel valore della produzione netta. Infine, come già anticipato nel prospetto delle diverse tipologie di contributo a fondo perduto disponibili, ha diritto a un fondo perduto partite Iva anche chi ha registrato un peggioramento economico d’esercizio. In tal caso, il periodo d’imposta da prendere in considerazione è al 31 dicembre 2020.
A tale scopo, sono previsti 4 miliardi di euro complessivi che, come anche per i precedenti beneficiari, si presentano al contribuente come credito d’imposta. Per utilizzarlo si procede in via esclusiva in compensazione tramite modello F24 e unicamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Per un approfondimento e maggiori chiarimenti sui nuovi contributi a fondo perduto partite Iva, si consiglia di visionare questo video del consulente Giuseppe Nebbia, che illustra appunto quali sono.
Fondo perduto partite Iva 2021 e dichiarazione dei redditi
Un aspetto importante da sottolineare in questa sede è che è possibile trasmettere l’istanza per vedersi riconoscere il contributo fondo perduto partite Iva, soltanto se la dichiarazione dei redditi per il 2020 rispetta il termine ultimo di presentazione previsto per quest’anno ovvero il 10 settembre 2021. In conclusione, stando dunque alle dichiarazioni del Ministro dell’Economia Daniele Franco, restano pochi giorni per inoltrare le istanze per il fondo perduto alternativo previsto dal decreto Sostegni bis, nella fattispecie a partire dal 23 giugno. Gli interessati, come abbiamo visto, devono dimostrare un danno economico di minimo il 30% tra l’esercizio aprile 2020 – marzo 2021 e quello aprile 2019 – marzo 2020.