Finalmente il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, l’ha pronunciata, e anche scritta in un comunicato, quella fatidica parola ‘emergenza idrica’ e pur continuuando ad attribuire la colpa alla “siccità di questi mesi che ha prosciugato buona parte di sorgenti e pozzi mentre il gran caldo che continua a protrarsi non aiuta certo a migliorare la situazione”, tuttavia il primo cittadino spiega “come l’Amministrazione comunale si sta muovendo per fronteggiare la crisi idrica”. Dopo aver affermato piuttosto banalmente ci permetteremmo di dire, che “non possiamo certamente risolvere la siccità” Cassì prosegue “ma abbiamo comunque il dovere di porre in atto tutto ciò che è in nostro potere per contrastare la crisi idrica, tamponando la situazione nell’immediato e lavorando per risolverla in maniera strutturale”.
Nel primo step, nel breve periodo, Cassì assicura “stiamo implementando ulteriormente il servizio autobotti già previsto per le contrade non servite da rete idrica, coinvolgendo fornitori privati e utilizzando anche la piccola autobotte della Protezione civile. Abbiamo anche chiesto ad altri Enti di mettere a disposizione i loro mezzi, ma finora con esito negativo. Purtroppo, altre ditte private contattate si rifiutano di lavorare per il Comune, trovando comunque economicamente più conveniente avere un rapporto diretto con i cittadini. Questa situazione sta creando agli utenti anche notevoli danni economici, in particolar modo nelle contrade che mensilmente dovrebbero essere approvvigionate tramite autobotte a un costo calmierato, ma che da alcuni mesi si trovano costrette a rivolgersi a ditte private”.
Per rassicurare i residenti delle numerose contrade, anche dal punto di vista dell’esborso economico, il sindaco informa “garantiremo il rimborso di queste spese in due modi: superata la crisi, i mesi arretrati saranno recuperati offrendo ai cittadini interessati forniture idriche gratuite per un uguale numero di mensilità; da oggi, inoltre, gli aventi diritto al servizio di autobotte pubblica che si rivolgono a una ditta privata riceveranno un rimborso, previa esibizione della ricevuta, che va quindi chiesta e conservata”. Ma l’azione del Comune è rivolta anche ad altri aspetti “mentre è continuamente in corso con tutti i mezzi a disposizione la riparazione di perdite che, per quanto non abbiano portata tale da incidere sulla crisi idrica, rappresentano comunque degli odiosi sprechi, lavoriamo a interventi strutturali.
Dopo aver acquisito la gestione di pozzi e impianti ex Asi, stiamo realizzando le condutture per collegarli direttamente al serbatoio Bruscé, il più in sofferenza giacché serve le zone più interessate dall’espansione edilizia degli ultimi decenni. Con una prima condotta già in fase di realizzazione e poi con delle successive, contiamo di immettere nel serbatoio ulteriori 50 litri al secondo, consentendone così il costante riempimento e la pressione necessaria per raggiungere tutte le abitazioni”. Spiega ancora Peppe Cassì “la crisi, infatti, è a macchia di leopardo anche all’interno degli stessi quartieri, con abitazioni più svantaggiate per via del posizionamento delle loro cisterne e che quindi possono essere servite solo aumentando la pressione idrica in rete.
Attendiamo inoltre a momenti l’autorizzazione dal Consorzio di Bonifica per immettere acqua dall’invaso di Santa Rosalia nella rete idrica di Marina di Ragusa e dei quartieri circostanti. Abbiamo già completato la conduttura da “vasca Ragusa” al potabilizzatore di contrada Camemi e ciò per un verso ci permetterà di migliorare la situazione nelle zone servite, e per altro verso di ridurre i tempi di attesa delle autobotti nelle altre contrade”. Dopo aver riferito di tali misure messe in atto dall’amministrazione cittadina, è anche il caso di ricordare che l’allarme era stato dato già da tempo soprattutto da rappresentanti consiliari dell’opposizione. Ultimo in ordine di tempo il capogruppo Pd Mario Chiavola che solo qualche giorno fa, il 25 giugno per l’esattezza, aveva scritto in una nota stampa “siamo in uno stato di emergenza idrica ma il sindaco non ne prende atto e non lo proclama a livello comunale adottando adeguate contromisure”.
Chiavola aveva parlato anche di “troppe segnalazioni” e aveva aggiunto “non avremmo mai pensato, sino a qualche anno fa, che la nostra città, che mai in precedenza aveva dovuto fare i conti con un disagio del genere, potesse arrivare a un livello simile”.
Per quanto riguarda poi l’attuale richiesta di autorizzazione al Consorzio di bonifica per immettere acqua dall’invaso di Santa Rosalia nella rete idrica di Marina di Ragusa e dei quartieri circostanti e il completamento della conduttura da “vasca Ragusa” al potabilizzatore di contrada Camemi, anche in questo caso un altro consigliere di opposizione, Gianni Iurato di Ragusa prossima già il 14 maggio aveva presentato una interrogazione in cui si diceva stranito per il fatto che “nessuno prende in considerazione l’acqua della diga di Santa Rosalia. eppure, basterebbe un semplice progetto per risolvere a vita la questione”. Iurato aveva ricordato amareggiato “sono trascorsi circa 35 anni (1987) da quando l’Esa predispose i quattro lotti per realizzare le opere di utilizzo della risorsa idrica inizialmente per uso irriguo. Successivamente, furono redatti studi di fattibilità anche per uso potabile dell’acqua della diga di Santa Rosalia.
Ma nessun seguito hanno avuto: né politico, né tecnico”. Del resto questo giornale, il 20 marzo 2019 aveva pubblicato una lettera che il chimico Giovannii Licitra aveva inviato ai candidati sindaci delle amministrative dell’anno precedente. In detta lettera Licitra aveva fatto una panoramica completa delle risorse idriche del fiume Irminio e dell’invaso di Santa Rosalia e del modo di utilizzarle (da.di.)