ROMA – ’’Rispetto a cinque anni fa il mondo è cambiato. E su alcune novità troverà le mie impronte digitali’’. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista al Sole 24 Ore, in merito alla riforma del Codice degli Appalti.’’Vogliamo agire – dice Giovannini – con molta rapidità, non solo con la legge delega, che ora va all’esame del Parlamento, ma anche con i decreti legislativi. Faccio notare che il Pnrr prevedeva la predisposizione del disegno di legge entro la fine dell’anno e i decreti entro il 2022. Siamo in anticipo di sei mesi’’.’’Avremo più sostenibilità ambientale e sociale. Non in astratto, ma nei bandi di gara, in modo da premiare le imprese che prongono soluzioni innovative sotto il profilo ambientale – sottolinea il ministro -. Rafforziamo anche la tutela dei lavoratori, il rispetto dei contratti, le clausole sociali e quelle in favore di giovani e donne.
Il secondo aspetto fondamentale è quello delle semplificazioni, concretamente trainate dall’esperienza del Pnrr. Ora noi dobbiamo estendere queste semplificazioni alle opere che nel Pnrr non entrano. Saremo più aderenti alle regole Ue, sempre riconoscendo l’attenzione alla difesa della legalità’’.Alla domanda su come si raccorderà la riforma complessiva del Codice con le norme del decreto Semplificazioni, Giovannini risponde così: ’’Sappiamo che la riforma potrebbe entrare in vigore quando le stazioni appaltanti saranno impegnate ad attuare il Pnrr. Quando ci sono innovazioni normative, i soggetti che agiscono nel sistema tendono a rallentare. Quindi raccorderemo il nuovo codice con le norme speciali del Pnrr per evitare ritardi’’.