Il chimico Giovanni Licitra, già assessore della giunta Massari bis negli anni 90 era stato ospite sulle pagine del nostro giornale dove avevamo riproposto la sua lettera aperta sulla questione idrica ai candidati sindaci delle precedenti amministrative del 2018. Ora proponiamo un suo nuovo intervento sulla emergenza idrica che periodicamente si ripresenta nella nostra città. “Avevo già posto nella “lettera aperta” indirizzata ai candidati sindaci in occasione delle ultime elezioni amministrative, e dunque anche all’attuale Sindaco Cassì, alcune domande alle quali la Città di Ragusa e tutti i cittadini attendono ancora risposte.Sarebbe opportuno che il sindaco Cassì, anziché limitarsi a pubblicare regolamenti per il risparmio idrico e utilizzo razionale dell’acqua, parlando di emergenza idrica, attribuita alla siccità ed adottando, purtroppo, e a questo punto, inevitabili soluzioni “emergenziali”, ci portasse a conoscenza della sua politica per la gestione delle acque e del territorio nei periodi precedenti all’attuale crisi idrica e sui suoi progetti politici futuri in materia.
Ciò perché l’emergenza idrica non diventi un’emergenza di routine. E’ vero, sig. Sindaco, che non possiamo evitare per natura la siccità, ma si può certamente affrontare questo problema in modo diverso, pianificato, strutturato. Lei, sig. Sindaco, ha l'onere e il dovere giuridico di risolvere questa emergenza ormai di routine, ha l' obbligo di convocare i portatori d’interesse, i comuni di Modica, Scicli, Giarratana, il Consorzio di Bonifica (che utilizza circa il 60-70% dell’acqua della diga e dell’ intero bacino idrografico dell’Irminio per uso irriguo), l’ex ESA (oggi Dipartimento delle Acque e dei rifiuti), la Provincia Regionale di Ragusa, tutti i componenti della “Commissione permanente per la diga”, che hanno elaborato il protocollo d’intesa del 29 marzo 1994, con cui la Città di Ragusa è stata fortemente penalizzata per la realizzazione dei lotti 1,2,3,4 sul fiume Irminio. Si dovrebbero ridiscutere gli accordi scritti quasi trenta anni fa e relativi alla ripartizione delle acque sul territorio e fra i vari comuni, chiedendo tutto ciò che alla città di Ragusa è stato tolto.
Nel portare avanti le suddette richieste l' amministrazione comunale può fare riferimento anche alla Delibera di Giunta del 19 aprile 2019 sul “Contratto di fiume Irminio”, di cui il comune di Ragusa è ente capofila. A quel tavolo tecnico dovranno essere poste e risolte tutte le problematiche che riguardano il bacino idrografico dell’Irminio, per realizzare un programma strategico e condiviso per la tutela e la corretta gestione delle risorse idriche, per la riduzione dell’inquinamento,per la salvaguardia delle nostre acque e dei nostri pozzi, rivedere gli accordi che interessano il Comune di Ragusa, il riequilibrio del bilancio idrico, tenendo conto della circostanza che l’indice di piovosità e la siccità sono variabili e che gli accordi in vigore, e penalizzanti per i ragusani, risalgono ormai a quasi trenta anni fa.
Sig. Sindaco, auspico che lei abbia già nominato una segreteria tecnica e convocato un tavolo tecnico per il contratto di fiume, per discutere le problematiche che riguardano le nostre acque, il nostro territorio e la crisi idrica e per ridiscutere accordi ormai vetusti. Premesso che senza la “valle dell’Irminio” Ragusa è una Città senza acqua, le sottopongo di nuovo le domande a cui i cittadini attendono risposta e alcune precisazioni tecniche di corredo alle stesse:
1 -qual è la sua politica di indirizzo che riguarda il Fiume Irminio, da cui il Comune di Ragusa è fortemente dipendente e preleva più dell’80% dell’acqua per gli usi potabili?
2- quali sono stati e quali saranno gli interventi che riguardano la salvaguardia del Fiume, dopo la realizzazione dei lotti 1,2,3,4 che lo hanno stravolto, con rischio di inquinamento chimico e batteriologico dei pozzi di C/da Arancelli e Lusia(che forniscono l'acqua al comune di Ragusa) e soprattutto con la realizzazione del lotto 1, adduttore principale che intuba e veicola l’acqua direttamente dalla diga fino alla vasca Scicli, in c/da Cuturi?
3- perché il comune di Ragusa non può prelevare un solo mc dell’acqua invasata in diga, anche durante le crisi idriche dovute a inquinamento dei pozzi o a causa della siccità?
4- perchè i criteri di priorità dell’utilizzo delle acque favoriscono il prelievo per uso irriguo (circa 60-70 % prelevata dal consorzio di bonifica) e non viene data, come stabilito dalle leggi vigenti, priorità prima all’acqua per uso potabile, poi per il DMV ( deflusso minimo vitale del fiume) per l' esistenza di flora e fauna e, per ultimo, per gli usi irrigui e industriali?
5-perché il potabilizzatore a valle dello sbarramento della diga può sollevare acqua potabilizzata "soltanto" sull’altopiano Modicano e zero mc di acqua sull’altopiano ragusano, fatta eccezione per pochissimi l/sec in C/da S Giacomo? (Così facendo ai Ragusani rimane solo il rischio che i fanghi del trattamento di chiariflocculazione, dei fanghi del trattamento biologicio a fanghi attivi e l’utilizzo del cloro, possano inquinare i pozzi ubicati poco più a valle, come è già successo per la moria dei pesci nel 2013, senza avere alcun vantaggio di ritorno).
6-perché non viene prelevata e utilizzata l’acqua della Sorgente Giummarra attraverso gli impianti di sollevamento ubicati in C/da Gravina, dalla quale il Comune di Ragusa, dopo l’accordo protocollare del 29 marzo 1994, avrebbe diritto di prelevare una portata di circa 50 l/sec di acqua con basso contenuto di nitrati, per essere utilizzata nella stagione estiva da Marina di Ragusa?
7- perché non è stato ancora attivato il potabilizzatore di Camemi e la già esistente rete di distribuzione a servizio dei villaggi costieri a monte di Marina e per rifornire il serbatoio di accumulo e distribuzione ubicato in C/da Gaddimeli?
(Il comune di Ragusa avrebbe diritto in virtù del prot. 29 marzo 1994 di ricevere dalla vasca Scicli circa 1,5 milioni di mc per uso irriguo, dei quali 500.000 mc dopo potabilizzazione per una portata max di 100 l/sec, nel semestre irriguo, per soddisfare le esigenze idriche di Marina di Ragusa).
La cittadinanza attende le sue risposte Sindaco Cassi, che siano puntuali e tecnicamente adeguate a tutte le complesse problematiche che sono state poste e che riguardano le acque. Sollecitiamo che Lei agisca nelle giuste sedi istituzionali con fermezza e determinazione, per addivenire alle più opportune e definitive soluzioni alla "emergenza" idrica che affligge ormai in modo routinario il nostro territorio, anche e soprattutto per il cattivo uso e distribuzione che sono stati fatti del fiume Irminio e delle acque. Dott. Giovanni Licitra, Chimico