Ragusa , anche la Lega rompe con l'Amministrazione Cassì. Ed intanto Chiavola del Pd e Territorio incalzano su vari argomenti. Sancita, con una nota stampa della consigliera Maria Malfa, la rottura tra la Lega e l’amministrazione Cassì. Dalla presa di distanze di qualche mese fa, quando Maria Malfa si dimise da vicepresidente del consiglio comunale per aver ritenuto sottovalutato il proprio ruolo istituzionale, dal passaggio dalla lista di maggioranza che aveva sostenuto il sindaco fin dalla campagna elettorale alla Lega, si è arrivati ora alla separazione definitiva. Nella nota diffusa la consigliera spiega “la consistente insoddisfazione, in uno allo sgradevole senso di frustrazione, scaturente dai tanti, forse troppi, casi di cattiva amministrazione, hanno indotto la sottoscritta a rassegnare le dimissioni da capo gruppo del gruppo misto in seno al consiglio comunale di Ragusa.
Troppo disinteresse, troppo fumo negli occhi sparso in campagna elettorale, troppe promesse mai mantenute, dimostrano come questa amministrazione non sia in grado di governare” per poi individuare i motivi “la mozione di indirizzo, da me presentata in data 1 giugno che evidenziava il degrado in cui imperversa il centro di Ragusa, la sofferenza dei commercianti, la sporcizia, la micro criminalità che sta prendendo sempre più piede grazie ad una scarsa presenza di interventi da parte delle forze dell'ordine, è stata completamente ignorata dal presidente del consiglio, Fabrizio Ilardo come a dire "non è argomento di importanza comune", inducendomi a ritirarla e tutto ciò, a mio modesto parere, ha portato ad un unico risultato, quello cioè di rappresentare, in maniera esaustiva ed inequivocabile, la vera essenza dell'attuale amministrazione: il nulla!” Giudizio negativo peraltro condiviso dal partito salviniano nella sua espressione provinciale, tanto che, aggiunge Malfa, “già in data 30 aprile, in occasione della riunione della sezione provinciale Lega Sicilia, organizzata e presieduta dal commissario provinciale Salvo Mallia, nella quale fu affrontato il problema del degrado del centro storico di Ragusa, ho sentito l'obbligo di attenzionare, in prima persona ed in qualità di consigliere comunale, la problematica.
Personalmente non accetto che Ragusa, la mia e la nostra Ragusa, patisca tale scempio e, soprattutto, che tale scempio venga perpetrato senza che se ne prospetti una soluzione, ignorato, un po' come la polvere sotto il tappeto….” E la consigliera leghista conclude “il sindaco Cassì ha il dovere morale ed istituzionale di trovare una soluzione rapida e definitiva ai suddetti problemi, con provvedimenti perentori ed immediati”. Ma intanto non cessa il lavoro ai fianchi dell’amminitrazione da parte delle opposizioni storiche, sia consiliari che sociali. Il capogruppo Pd al consiglio comunale, Mario Chiavola, lamenta che, “in piena emergenza idrica, e nonostante le buone intenzioni manifestate dall’Amministrazione comunale che ha anche attivato un servizio mail, i cittadini non riescono ad interfacciarsi con gli uffici competenti e a formalizzare le prenotazioni per le autobotti d’acqua”. Spiega Chiavola “c’è un problema, evidentemente di carattere operativo, che impedisce ai cittadini di mettere in evidenza le proprie necessità.
Chiediamo all’Amministrazione comunale di provvedere in maniera operativa a sanare almeno una parte delle difficoltà esistenti e di attivare dei numeri di telefono a cui rispondano realmente degli addetti (spesso, purtroppo, non è così) perché all’anziano che abita al settimo piano di un condominio, e che a volte non ha neppure il telefonino, non gli si può chiedere di mandare una mail”. Ma Chiavola ha un’altra segnalazione da fare riguardante la chiusura prima dell’ora stabilita, del Giardino ibleo, “ci risiamo. Agli annunci, non seguono i fatti concreti. E questo comincia a diventare un problema se si considera che, in tale periodo, Ibla è tornata ad essere diventata, dopo le restrizioni dei mesi scorsi, meta prediletta di visitatori e turisti.
Eppure, era stata la stessa Amministrazione comunale a spiegare, attraverso una nota dell’assessore al ramo, Giovanni Iacono, che il Giardino ibleo, da sabato scorso, sarebbe rimasto aperto nei fine settimana sino all’1 di notte e dal lunedì a giovedì sino a mezzanotte. Invece, lunedì, il personale addetto alla custodia alle 11, non si sa bene per quale motivo, ha deciso di sprangare i battenti del Giardino ibleo, quindi un’ora prima rispetto a quanto era stato annunciato. Ma a che gioco stiamo giocando?”. E per chiudere il capogruppo dem commenta “sembra che quello della gestione del Giardino ibleo sia diventato un altro dei punti deboli di questa Amministrazione comunale quando, invece, si dovrebbe fare di tutto per cercare di valorizzarlo. Ricordo che la comunicazione dell’amministrazione risale appena al 29 giugno scorso.
E già dopo qualche giorno alla stessa non è stata data attuazione. Invitiamo la Giunta municipale a una maggiore attenzione a tal riguardo, soprattutto in un periodo del genere in cui il tema dell’accoglienza e dell’ospitalità dovrebbe essere esaltato alla massima potenza e non penalizzato come avviene in questi casi”. E a questo coro di lamentele si aggiunge la voce del movimento Territorio. Il suo esecutivo di segreteria, presieduto da Michele Tasca, in relazione ai termini per il bando di assegnazione degli alloggi popolari, ne chiede una dilazione, “condividendo peraltro anche la posizione dei sindacati inquilini ed assegnatari che hanno inoltrato al Sindaco e all’Assessore ai Servizi Sociali una nota per rilevare alcune criticità”. Tasca chiarisce “in particolare occorre rettificare la data di scadenza per la presentazione delle istanze, fissata al 24 agosto in pieno periodo feriale.
Prima di quel giorno molti uffici riducono l’attività, i CAF sono in ferie, sarà difficile, per molti, ottenere buona parte dei documenti richiesti. Occorre anche chiarire se il termine per la presentazione delle domande è fissato veramente al 24 agosto oppure fa fede la scadenza ai 60 giorni dalla pubblicazione del bando, peraltro non ancora avvenuta”. Poi conclude “al di là di queste questioni tecniche è d’uopo creare le condizioni migliori per l’utenza, per la presentazione delle istanze, anche in previsione del difficile periodo che sarà determinato dalla ripresa dell’esecutività degli sfratti”. (da.di.)