E adesso, coroniamo il sogno. Italia-Inghilterra, per la conquista dell’Europa. Di certo in molti credevamo fortemente in un passaggio del turno, ma nessuno, o quasi, credeva finisse in questa maniera; in maniera drammatica e commovente per l’Italia che strappa il pass per la finale di Wembley ai calci di rigore, contro la Spagna che ha giocato un’ottima partita mettendoci in seria difficoltà.
Mancini decide di giocarla alla pari, e forse sbaglia, perché la squadra di Luis Enrique è più aggressiva nel pressing e palleggia molto bene. La più grande occasione del primo tempo è per gli spagnoli con Olmo, fermato da un miracolo di Donnarumma, mentre noi siamo pericolosi in qualche ripartenza. Da dove avevamo chiuso, ripartiamo nel secondo tempo, ma questa volta con un lampo a giro di Federico Chiesa andiamo avanti. Non cambia la musica, la Spagna tiene il possesso, con l’impressione di rendersi sempre pericolosa anche se virtualmente non lo è mai. Dopo un potenziale 2-0 però, gli azzurri si distraggono totalmente e Morata, appena entrato, trafigge Donnarumma per il gol che vale l’1-1.
Fino alla fine dei 90 minuti l’Italia rischia di subire la beffa, ai supplementari Berardi ha l’occasione per il 2-1, ma si va ai calci di rigore. Inizia male per noi con l’errore di Locatelli, ma per nostra fortuna Olmo la manda in curva. Noi segniamo con Belotti, Bernardeschi e Bonucci, loro con Gerard Moreno e Thiago, ma Morata, si fa ipnotizzare da Donnarumma. Il rigore decisivo, lo specialista Jorginho, non può sbagliarlo, e manda l’Italia dopo 9 anni a giocarsi una finale europea, quando solo 3 anni fa eravamo sprofondati nell’abisso non andando al mondiale, e adesso siamo rinati. Erano dati per favoriti alla vigilia, e hanno rispettato le aspettative ma con molta fatica e molte polemiche. Arriva così l’Inghilterra di Southgate alla finale a Wembley. I padroni di casa, con 0 gol subiti fino alla semifinale, partono però con il freno a mano tirato e vanno sotto grazie a una perla su punizione del gioiellino della Samp Damsgaard. Dura troppo troppo poco il vantaggio della Danimarca: al 39’ Kjaer nel disperato tentativo di anticipare Sterling, butta il pallone nella sua porta ee pareggia l’Inghilterra. Nel secondo tempo parte a mille la nazionale di Southgate alla ricerca del vantaggio, Schmeichel dice di no a loro più volte e compie la parata, forse, più bella dell’Europeo.
Nel primo tempo supplementare l’episodio che decide la partita: Sterling cade in area di rigore in un contatto lieve e l’arbitro indica il dischetto, ma nessuno, compreso il Var si era accorto della presenza di un secondo pallone in campo nelle vicinanze. Fatto sta che dal dischetto parte Kane, che sbaglia, ma sulla ribattuta a rete segna il gol partita. La Danimarca da lì non ha più la forza per pareggiare, ma esce sicuramente a testa alta, e indipendentemente da come è finita, hanno giocato un favoloso europeo, che loro hanno vinto già alla prima giornata sapendo di aver protetto Christian Eriksen, il numero 10, che tante volte, ha protetto loro.
Dopo 55 anni l’Inghilterra torna a giocarsi una finale a livello Internazionale, sempre in casa, sperando che questa volta vada diversamente dal ’66, e che “It’s coming Rome” e non “It’s coming home”, ma noi siamo consapevoli di potercela fare perché mai come in questo europeo abbiamo smesso di sognare le notti magiche.