ROMA – ’’Se guardiamo al futuro vedo tre esigenze da combinare. Primo: aiutare Mario Draghi a mantenere e rafforzare la sua posizione di garante della Repubblica evitando, per coprire una debolezza di ciascuna forza politica, di strattonarlo e ’’partitizzarlo’’. Draghi è Draghi. E’ consapevole di dover governare in una coalizione ampia e contraddittoria. Chiamarlo a coincidere con le sorti di uno o dell’altro partito è un danno a lui. E’ anche una rinuncia incomprensibile a utilizzare, da parte della classe dirigente politica questa fase di una sua oggettiva e minore sovranità, per attrezzarsi meglio circa il proprio profilo politico e culturale, il collegamento con la società e con le forze produttive, l’elaborazione di una credibile proposta di governo, che prima o poi dovrà essere messa in campo’’.
Così Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, in un lungo editoriale pubblicato stamattina dal Foglio.’’Due: il riscatto italiano è all’inizio. Ha potenzialità ma anche precarietà. Dobbiamo creare le condizioni affinchè esso si stabilizzi in modo duraturo. A partire dalla capacità di stroncare definitivamente la pandemia – prosegue -. Tre: non si può pensare di sospendere sine die la dialettica democratica italiana. Il populismo è divampato per mancanza di canali credibili tra i cittadini e il sistema democratico’’.’’Una piena cittadinanza, antidoto vero a ogni sbandata autoritaria e garanzia diffusa per i diritti sociali, personali e umani, si realizza se l’inevitabile conflitto endogeno nella società capitalistica è ’’messo’’ in forma politica.
Se, insomma, prevede canali limpidi attraverso i quali si combatte, si trovano i compromessi e si risolvono i problemi. Se dovessi riflettere su una positiva dinamica dei processi futuri, direi semplicemente: in Italia, dentro al Pd o fuori dal Pd, deve ricostruirsi una presenza forte e unitaria della sinistra democratica, innovativa, moderna e libertaria’’, sottolinea Bettini.