Un'anziana che risiede in una casa di cura in via Ausonia a Palermo ieri è rimasta dieci ore in ambulanza in attesa dell'esito del tampone molecolare. E' accaduto al pronto soccorso dell'azienda Villa Sofia. La donna aveva una sospetta frattura del femore. E' rimasta in ambulanza dalle 9.30 alle 19.30 con evidenti disagi a parte l'alta temperatura registrata in città. "Queste sono situazioni che creano profondo rammarico a noi per primi – dicono i medici dell'ospedale – Ci sono tante cose che si possono fare come creare un triage esterno, o realizzare una zona dove accogliere le ambulanze senza lasciarle davanti al piazzale, ma soprattutto aprire i posti in reparto per decongestionare il pronto soccorso. Purtroppo la donna è rimasta in ambulanza perché manca un'area grigia dove attendere l'esito del tampone".
In effetti da quando è scoppiata la pandemia e la trasformazione dei pronto soccorso del Cervello e di Partinico in reparti covid il pronto soccorso di Villa Sofia ha sempre sofferto perché rappresenta l'unico presidio nella zona occidentale. Ieri in sede di audizione c'è stato un botta e risposta tra il deputato dei M5Stelle Roberta Schillaci e l'assessore regionale alla sanità Ruggero Razza. "Vista la grave situazione nei pronto soccorso perché non si autorizzano i centri convenzionati con la Regione ad occuparsi dell'emergenza?", ha chiesto la deputata all'assessore. "I centri convenzionati vorrebbero fare emergenza, ma dovremmo aumentare i budget e soldi non ce ne sono visto che c'è un piano di rientro", ha risposto Razza.
I medici raccontano che l'assessore Razza lunedì sera ha fatto un blitz proprio a Villa Sofia per constatare la situazione dell'ospedale dopo le tante proteste arrivate in questi giorni per le lunghissime attese in area di emergenza.