Rischia di diventare interminabile lo scambio di interventi polemici sulla questione del parcheggio privato di via Salso ai Canalotti, a Punta Braccetto, i cui lavori sono stati oggetto da parte del Comune di Ragusa di un Permesso di Costruzione prima rilasciato (2 luglio), poi sospeso (5 agosto) ed infine annulllato in autotutela (11 agosto). Gli ultmi atti relativi alla vicenda sono un esposto alla Procura della Repubblica presntato da Legambiente Sicilia, una dichiarazione in merito del sindaco Cassì, che come è suo solito nel caso di qualcuno che non sia d’accordo con lui o lo critichi, usa un linguaggio piuttosto pungente e recriminatorio verso l’associazione ambientalista regionale, e una tirata d’orecchie al primo cittadino da parte del capogruppo 5 stelle di Ragusa, Sergio Firirncieli che ritiene che Cassì “se ne esca con una breve nota definita di chiarimento sulla vicenda, nota finalizzata a derubricare come tardivo l’esposto di Legambiente alla Procura.
Ma il sindaco non chiarisce i termini dell’accordo, più volte annunciato tramite stampa, con il privato, per il parcheggio”, E ora altri due interventi si aggiungono a vivacizzare ulteriormente la vicenda. Il circolo Il Carrubbo di Legambiente Ragusa, presidente Nadia Tumino, scende in campo per ribadire che sulla questione, da parte del sindaco, “per averne notizia pubblica, c’è voluto un esposto di Legambiente Regionale, quando sarebbe stata più appropriata una comunicazione tempestiva, magari attraverso i mezzi a disposizione per la prevenzione e repressione dell’illegalità nella pubblica amministrazione (bastava una semplice pubblicazione sull’albo pretorio). Prendiamo atto che i rilievi, le segnalazioni e le pubbliche denunce fatte in questo lasso di tempo, non solo da questa Associazione si stanno via via rivelando fondate. Rileviamo che gli effetti del PdC prima rilasciato, poi sospeso ed ora annullato dal Dirigente, hanno prodotto effetti nefasti, consentendo l’avanzata realizzazione di un’opera illegittimamente assentita e che ciò provocherà strascichi pesanti per la Comunità Ragusana.
Lascia esterrefatti come tutto ciò sia stato possibile, e resta comunque ancora valida l’osservazione contenuta nell’ esposto di Legambiente Sicilia che rileva come “la sequenza costante di illegittimità formali e sostanziali, l’inerzia nelle verifiche, hanno prodotto una situazione di palese illegittimità ed oggettivamente favorito la realizzazione di una opera di cui i lavori non dovevano mai essere iniziati”. A chi oggi vuol far credere che, l’emissione dell’annullamento in autotutela (a questo punto fatto obbligato), sia un “nobile gesto” risolutivo, facciamo notare che è solo un passaggio di una vicenda di cui si sarebbe veramente fatto a meno e che porterà in futuro spiacevoli strascichi”. Poi Nadia Tumino aggiunge un riferimento alla nota del Sindaco Cassì in cui “cogliamo una evidente vena di ironia provocatoria in relazione al fatto che non gli siano stati riconosciuti da Legambiente i meriti per aver interdetto l’accesso dei veicoli sulla scogliera. In questa fase ricordiamo soltanto che la disponibilità dei 170 posti auto messi a disposizione dal Sindaco il 24 luglio u.s. (in simultanea con la chiusura della stradella) per consentire ai cittadini di lasciare l’auto in via Salso e recarsi in spiaggia, si è rivelata quanto meno improvvida e che tantissimi cittadini che frequentavano quei luoghi da anni, hanno dovuto scegliere altre spiagge del litorale già affollate.
Oltre ciò la chiusura della scogliera e la passerella crollata e impacchettata di arancione, hanno interdetto completamente l’accesso ai disabili alla spiaggia di Randello, creando di fatto una discriminazione verso le fasce più deboli, fatto molto grave questo . Non ci sottrarremo certo ad una pubblica discussione su come favorire l’uso dell’arenile di Randello e della scogliera dei Canalotti per una ampia e matura fruizione. Lo faremo affrontando la questione con l’attenzione e l’ampiezza che merita. Noi siamo seri e non è il momento dell’ironia”. Ed anche questa volta il sindaco di Ragusa replica con una dichiarazione alle affermazioni di Legambiente Ragusa “nel nuovo comunicato di Legambiente trova conferma che l’esposto alla Procura contro il Comune era superato dagli eventi. Il dirigente ha ammesso l’errore dell’ufficio ed alle prime segnalazioni ha prima sospeso e poi annullato il permesso di costruzione con ordine di ripristino dei luoghi. Mai parlato di “nobile gesto”: un annullamento di un atto in autotutela non lo è mai.
Trova però anche conferma che “la difesa di un sito protetto e il ripristino della legalità in un’area di grande pregio”, che sono alla base della nobile azione di Legambiente, ha riguardato il nuovo (illegittimo) parcheggio a ridosso della scogliera più che la scogliera stessa, dove “tantissimi cittadini che frequentavano quei luoghi da anni”, erano soliti parcheggiare disordinatamente ed in spregio a qualsiasi regola di sicurezza e di tutela dell’ambiente, mentre ora “hanno dovuto scegliere spiagge del litorale più affollate”. Legambiente pretende serietà, ed ha ragione. Questo ambientalismo a corrente alternata dovrà prima o poi trovare una giustificazione seria, continuare a svicolare sul tema non le giova e non giova alla comunità dei cui diritti di tutela dell’ambiente essa è paladina”. Insomma ancora un bello scambio di punzecchiature che non sappiamo quando cesserà. (da.di.)