Lo confessiamo, abbiamo riflettuto a lungo sull’oppotunità di riferire su quanto riportato nel titolo di questo pezzo. Poi ha prevalso la volontà di informare i nostri lettori di una polemica che comunque lascerà il tempo che trova e che, probabilmente, va letta in un sempre più incombente clima elettorale molto in anticipo su tempi (si voterà per le amministrative tra due anni). E dunque il sindaco Cassì, scopre, lui che, non dimentichiamolo, detiene fin da inizio sindacatura la delega all’ambiente, e che è anche presidente della SRR, scopre, Cassì, che “la situazione dei rifiuti e del decoro in genere a Ragusa e nel vastissimo territorio che la circonda, in particolare in determinati quartieri ed in alcune vie di collegamento, è peggiorata negli ultimi mesi.
Dopo l’avvio in tutta la città della raccolta differenziata “porta a porta” nel settembre del 2018, ed il fisiologico periodo di adattamento alle nuove regole in tema di rifiuti, ci si attendeva un miglioramento progressivo e costante, ma così non è stato. A fronte di un dato percentuale di differenziata più che lusinghiero ed in crescita (siamo stabilmente sopra il 70%), la città, in particolare durante l’estate, è risultata meno pulita, il programma di sfalcio dell’erba infestante è andato a rilento. Il sindaco, che è anche titolare della delega della igiene urbana, ne ha la responsabilità politica. Senza se e senza ma”. Quindi il sindaco di Ragusa affronta il tema dell’abbandono dei rifiuti “che ha assunto dimensioni patologiche con la scomparsa dei cassonetti stradali, necessaria per il buon funzionamento del nuovo sistema.
L’utente non deve avere infatti possibilità di scelta: o utilizza i mastelli per la differenziata e li espone nei giorni stabiliti, oppure deve tenere i rifiuti in casa. Ancora in molti, però, scelgono purtroppo una terza e prevedibile soluzione: chi non aveva una utenza Tari ed ha scelto di continuare a non pagare la tassa sui rifiuti, una volta spariti i bidoni stradali, ha iniziato a depositare i propri rifiuti un po’ dove capita”. E a tal proposito Cassì si cimenta in una analisi socio-economica “dell’identikit del conferitore seriale lungo le strade e nelle campagne: è il cittadino che non vuol pagare la Tari, il turista per un giorno, il lavoratore, spesso extracomunitario, che lavora nei campi, il proprietario della casa di vacanza che ad ogni cambio cliente trova un numero imprecisato di sacchi neri da smaltire, il proprietario di doppia abitazione, quella di città (regolarmente registrata) e quella di mare o di campagna, il professionista che non ha voluto aprire una posizione Tari per il suo studio, il condomino che, incurante delle regole, conferisce il proprio rifiuto nel bidone condominiale tutti i giorni, intasandolo, e non solo la sera prima del giorno di ritiro in base alla tipologia del rifiuto”.
Inoltre il primo cittadino afferma che va sgombrato il campo da un equivoco ovvero che “il problema della carenza degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, o della loro inadeguatezza, che pure attanaglia la Sicilia, non è in collegamento con la proliferazione dei rifiuti abbandonati”. Quindi ribadisce la necessità di “scovare furbi. Ne abbiamo già individuati a migliaia nella sola Ragusa, anche soggetti insospettabili, con telecamere, controlli, appostamenti, foto-trappole, incrocio di dati. Abbiamo ora iniziato a Marina di Ragusa la distribuzione dei mastelli individuali per la indifferenziata anche nei condomìni, e già altre centinaia di soggetti sconosciuti agli uffici Tari, e che tuttavia conferivano i loro rifiuti nei bidoni condominiali, sono saltati fuori”. Altri cenni Cassì li riserva all’intensificazione “di una massiccia campagna di informazione e responsabilizzazione dei cittadini, con una comunicazione (a carico della ditta che si occupa del servizio di igiene urbana) che dovrebbe essere martellante ed invece, onestamente, latita”, al contenzioso sulle competenze per l’eliminazione della vegetazione infestante e su quelle per la pulizia delle strade extraurbane. Il sindaco di Ragusa infine assicura che “l’ufficio di igiene urbana del Comune, la direzione dell’esecuzione del contratto e la ditta che svolge il servizio, sono in contatto costante con lo scopo da tutti condiviso di ridurre i disagi e di migliorare il decoro della città nel suo complesso, avendone tutti, per una ragione o per l’altra, specifico interesse”.
E di fronte a tutto questo banale e scontato bendiddio hanno avuto buon gioco le obiezioni delle opposizioni sia civiche che consiliari. Per primo il movimento Territorio, per bocca della propria segreteria, sentenzia “la sua lettera sui rifiuti non ci piace, sig. Sindaco, dal lei ci saremmo aspettati almeno qualcosa in più” e aggiunge “la storiella, lunga e apparentemente articolata che ci ha raccontato, a proposito dei rifiuti, non incanta nessuno, purtroppo sono questioni irrisolte da tre anni, e ancora non prospetta soluzioni efficaci ma solo iniziative per tentare di migliorare la situazione”. I punti deboli individuati da Territorio sono “il non aver individuato un sito dove smaltire l’indifferenziato, per evitare l’aggravio dei costi, il fatto che i cittadini fanno la differenziata e la TARI aumenta per l’assenza di un impianto in provincia e purtroppo continuerà ad aumentare, per assurdo più andremo a differenziare la TARI, invece di diminuire, andrà ad aumentare, l’abbandono dei rifiuti negli angoli e ai margini delle strade ha assunto dimensioni patologiche con la scomparsa dei cassonetti stradali, eliminazione che, alla prova dei fatti, è stata estremamente negativa, mentre non meno indecorosa è la questione dei contenitori della differenziata sul suolo pubblico che ingenerano fenomeni abnormi di accumulo di spazzatura, obiettivamente difficili da controllare, serve migliorare il servizio con opportuni correttivi, perché la gente non è disposta a tenere in casa, anche avendo gli spazi adeguati, il rifiuto, tantomeno quello particolare costituito da pannolini o ingombranti, appena può, se ne ha le possibilità, si libera comunque della vecchia cucina, del frigorifero, del divano, dei sacchi che non può tenere in casa”.
Infine la segreteria del movimento Territorio conclude “non possiamo leggere, dopo tre anni dall’insediamento di “problemi di interpretazione degli atti di gara” e di “fiduciosa aspettativa di un sensibile miglioramento della situazione”, sono segnali che siamo in alto mare e non si intravede un porto sicuro”. Di conseguenza Territorio taglia corto “le responsabilità politiche sono enormi, sarebbe meglio che il primo cittadino si facesse da parte per permettere ad altri di fare quello che non ha fatto fino ad ora”. All’incirca dello stesso tenore le obiezioni del capogruppo 5 stelle Sergio Firrincieli che afferma senza remore “estremamente delusi dalla lettera aperta del sindaco sulla questione rifiuti, sembra che giochi a mosca cieca”, lettera definita “di mera riflessione, infarcita di proponimenti e di annunci sulle cose che si tenterà di fare, una lettera che tradisce lo sperpero di due grandi vantaggi dei quali gode la città di Ragusa: l’altissimo livello di differenziata, dipendente dall’impegno dei cittadini e dal lavoro della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti, e l’opportunità, per il sindaco del capoluogo, di guidare la Srr, condizioni che avrebbero potuto favorire l’ottimizzazione del servizio in città. Assistiamo, invece, ad un totale disorientamento, sembra che il sindaco, che trattiene la delega di settore, vada a tentoni, che si imbatta giornalmente in problematiche nuove, le tocchi, le rigiri, le osservi, non trovando correttivi immediati. Non si tratta di giocare a mosca cieca”.
E anche l’esponente consiliare pentastellato giunge a conclusioni politiche “comprendendo come il sindaco non voglia farsi da parte, si auspica, almeno, una presa di coscienza che lo porti ad affidare la delega per l’igiene urbana a persona competente e capace, in grado di affrontare il presente e soprattutto predisporre quanto occorre per dare vita ad un nuovo appalto, ad un nuovo capitolato che tenga conto delle grosse criticità emerse per gli attuali” Firrincieli propone anche soluzioni concrete “soluzioni moderne, al passo con i tempi, adeguati a un capoluogo che è stato sempre all’avanguardia per le innovazioni: servono cassonetti con la chiave, sacchetti personalizzati, politiche veloci per il conferimento agli impianti e lo smaltimento, servizi adeguati a fare sparire ogni tipo di rifiuto dalle strade, urbane ed extraurbane”. Poi elenca le criticità “da tre anni il nostro sindaco non ha messo a fuoco elementi determinanti per la questione rifiuti, chi deve eliminare la vegetazione infestante, come si deve lottare per l’abbandono dei rifiuti nelle discariche abusive, come far rispettare giorni e orari di conferimento del rifiuto, come obbligare la ditta a rispettare il capitolato per quanto riguarda la comunicazione e l’informazione. È questo quello che ci dice con la lettera, una fondamentale ammissione di colpe che non fa intravedere soluzioni. Il fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti travalica, per stessa ammissione del sindaco, la questione degli invisibili Tari, per la quale non è fatto, comunque, nulla o, quantomeno, molto poco. Il fenomeno ha assunto proporzioni impensabili, basta osservare i bollettini del Libero consorzio che raccoglie, tramite apposito appalto, i rifiuti lungo le strade provinciali, per capire come oggi i rifiuti, comunque da smaltire, siano eccessivi.
Ma la gente non può tenere in casa un divano o un frigorifero, il servizio di raccolta ingombranti dovrebbe essere quotidiano ed esteso a tutta la giornata, non è accettabile nessun ritardo nella risposta, nell’intervento, tantomeno i distinguo per separare la testata del letto in legno dalla lavatrice, la lampada dal passeggino, il ventilatore dalla culla. Si parte dalle cose semplici, si deve far vedere al cittadino che il Comune è al suo servizio, la disponibilità porta ad educare la collettività, poi ci vogliono indispensabili controlli e sanzioni serie per chi sgarra. Non abbiamo mai letto di nessuno perseguito severamente, né di controlli notturni, né di pattugliamento nelle zone più esposte al fenomeno”. Poi Firrincieli arriva alle conclusioni “la lettera è una fondamentale ammissione di colpe che presupporrebbe consequenziali misure. Gli annunci di servizi aggiuntivi non ci illudono più di tanto, non c’è una chiara strategia di lotta al conferimento abusivo, anche in città, non si pensa al prossimo appalto, in qualità di assessore all’ambiente il sindaco non ha mai fatto dei sopralluoghi ufficiali nelle città dove il servizio funziona meglio, c’è la solita supponenza di fondo che, ormai, non fa nemmeno impressione sul comune cittadino, perché si annunciano soluzioni per la crisi idrica, ma le carenze persistono, si sbandierano provvedimenti, misure, accordi con privati, e tutto resta come prima, tutte le grandi opere sono al palo, ci dica perché questa lettera dovrebbe convincere la collettività”. (da.di.)