Conclusa l’undicesima stagione “Palchi Diversi Estate al Castello” che si è svolta durante i mesi di luglio e agosto con ben 17 serate nel parco del Castello di Donnafugata, la compagnia teatrale di Ragusa si trasferisce a Modica, dove, venerdì 3 settembre, nell’anfiteatro San Giuseppe U Timpuni ha riportato in scena uno dei suoi cavalli di battaglia, “L’Avaro” di Moliére, nell’ambito della stagione estiva InTeatroAperto della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica. Per questa ‘prima’ nella città della Contea, Il regista Vittorio Bonaccorso conserva la struttura dell'opera originaria, ma solo per la successione delle scene: attorno al protagonista – un coriaceo, quanto furbo, Pantalone circondato da chi crede di farsi beffa di lui – saranno invece esaltati i caratteri dei personaggi, senza usufruire di sovrastrutture sceniche.
Del resto questa scelta di regìa, dimostratasi vincente ed efficacissima, era nata quando la pericolosa instabilità dei rami degli alberi secolari che coprono naturalmente la scalinata dello storico castello di Donnafugata, aveva reso necessario trovare una alternativa, pena l’annullamento non solo de L’Avaro ma anche degli altri due spettacoli del cartellone, ovvero Con le ali dell’amore dai sonetti di Shakespeare ed il pirandelliano I Giganti della montagna. Con un colpo di genio i direttori della Compagnia, Federica Bisegna e Vittorio Bonoccorso dirottarono le opere nella neoclassica Coffee House (la maison du cafè, a dirla con la scoppiettante Bisegna-Frosina) sottoponendosi e sottoponendo, sotto il sole post ferragostano, i loro ragazzi ad uno sforzo enorme considerando i tempi strettissimi tra la dichiarazione di inagibilità della scalinata e l’esordio, E le prove? “Una per Con le ali dell’amore, mezzo per il testo di Pirandello e nessuna per l’Avaro” come ha ricordato Bisegna durante la presentazione di uno deglispettacoli.
Ebbene, nonostante avversità varie e disguidi burocratici di cui abbiamo parlato dettagliatamente in corso d’opera, da Godot annunciano soddisfatti “la Compagnia ha portato in scena ben tre produzioni teatrali che, con le varie repliche sempre tutte in sold out, hanno contribuito alla costruzione nel Sud Est della Sicilia di una variegata offerta culturale. In scena “L’avaro” di Molière, “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello e “Con le ali dell’amore” tratto dai sonetti di William Shakespeare. In scena quasi tutti gli attori che compongono la compagnia teatrale e che sono si sono formati in più anni nei laboratori teatrali che vengono svolti durante l’inverno. Una prova interpretativa, quella a cui si sono sottoposti tutti gli attori, davvero incredibile considerato che si tratta di testi molto particolari e di messe in scena decisamente complesse, ideate dal regista Vittorio Bonaccorso con l’ulteriore difficoltà di prevedere degli adattamenti rispetto ai luoghi utilizzati, sia la scalinata, come accade da 11 anni, e sia la coffèe house dove ci si è dovuti spostare per le ultime repliche a causa dell’indisponibilità dello spazio precedente.
Ma è l’obiettivo a cui si è sempre guardato, anche con prove estenuanti sotto il sole, pur di non far saltare la stagione teatrale”. A riprova, caso mai ce ne fosse bisogno (ma noi crediamo di no), del successo di pubblico ma anche di critica riscosso, Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso citano il giudizio di alcune personalità molto conosciute a Ragusa, da Gino Carbonaro (“ho ben capito che a perdere un solo spettacolo proposto da loro, significa perdere qualcosa di molto importante. La Compagnia Go.Do.T fa teatro di eccezione”) a Giuseppina Pavone, che, a proposito della messa in scena de “I giganti della montagna”, scrive: “La Compagnia G.o.D.o.T. ha scommesso su questa impresa e ha superato la prova a pieni voti. Non ho parole per esprimere lo stupore di fronte alla bellezza recitativa e al livello professionale dimostrati da tutti i componenti il cast, molte le sollecitazioni che ne ho tratto, perché molti sono i temi da approfondire come l’identità, la dissoluzione dell’Io, il tema del ‘doppio’ in Pirandello”.
E il critico Danilo Amione si era espresso con altrettanti toni favorevoli: “La scelta, davvero geniale di Vittorio Bonaccorso è stata quella di accentuare il contrasto tra Arte e Vita laddove l'eliminazione di questa dicotomia, a favore della prima, diventa essenziale per calarsi nella dimensione stessa dell'umano sentire”. (daniele distefano)