ROMA – Nel secondo trimestre l’input di lavoro, misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), aumenta sia su base trimestrale (+3,2% rispetto al I trimestre 2021) sia su base annua (+18,3% rispetto al II trimestre 2020). Anche l’occupazione mostra una crescita congiunturale e tendenziale. E’ quanto emerge dai dati della Nota trimrestrale sull’occupazione di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal. Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti si osserva in termini sia di occupati (+1,7%, Istat) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+0,6%, Istat). Per queste ultime l’aumento è il risultato di una crescita che è lieve nell’industria in senso stretto (+0,3%, +11 mila posizioni), leggermente più significativa nei servizi (+0,5%, +42 mila posizioni) e più marcata nelle costruzioni (+3,2%, +30 mila posizioni).
I dati del ministero del Lavoro tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate, evidenziano un’ulteriore e più intensa crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti (+153 mila negli ultimi tre mesi; era +63 mila nel primo trimestre 2021), sintesi di un rallentamento dell’aumento di quelle a tempo indeterminato (+42 mila; era +135 mila nello scorso trimestre) e della ripresa delle posizioni a tempo determinato (+111 mila; era -71 mila lo scorso trimestre). Nel secondo trimestre 2021 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 163 mila (+3,5% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 10 mila (-0,9%). In termini tendenziali, l’occupazione dipendente è in aumento in termini sia di occupati (+3,1%) sia di posizioni lavorative dei settori dell’industria e dei servizi (+3,6%).
Su base annua, tra le posizioni lavorative a tempo indeterminato prosegue la crescita, seppur in lieve rallentamento, sia nei dati delle CO (+361 mila in un anno; era +384 mila nel primo trimestre 2021) sia in quelli dell’Uniemens (+181 mila e +205 mila, rispettivamente).