Ragusa – Anche il consigliere comunale Pd Mario D’Asta interviene sulle anomalie che da alcuni mesi affliggono la piscina comunale e di cui recentemente si sono occupati prima Territorio e dopo il suo collega di partito e gruppo Mario Chiavola. Infatti, secondo D’Asta “alcune anomalie alla sala tecnica si sarebbero potute risolvere già nel maggio scorso. e invece sono passati cinque mesi con un grosso danno per le società che operano nell’impianto” e sulla vicenda ha presentaot anche un’interrogazione urgente. Poi il consigliere dem spiega“a quanto ci risulta sarebbero stati effettuati dei sopralluoghi nel mese di maggio rilevando l’esistenza di una problematica alla sala tecnica. Problematica che, sulla scorta di informazioni che abbiamo raccolto, si sarebbe potuta risolvere nel giro di una settimana. Non si comprende, dunque, la ragione per cui questo intervento a maggio non è stato predisposto.
Di fatto, a settembre, le società sportive operanti nell’impianto non hanno potuto iniziare a svolgere la propria attività, non hanno potuto effettuare le iscrizioni, non hanno potuto calibrare la propria ripartenza dopo un anno e mezzo di blocco. Tutto è rimasto fermo. Alle società non è stato neppure permesso di fare segreteria, circostanza che ha avuto un effetto devastante nei confronti degli associati, molti dei quali si sono allontanati. Inoltre, un danno assoluto anche per la squadra agonistica che sarà chiamata a sostenere a breve i primi impegni ufficiali e che non si è potuta allenare neppure una volta in acqua”. Per di più, osserva l’esponente democratico, “la vasca si sarebbe potuta avviare tranquillamente a settembre, mentre da maggio a ora si sono persi cinque mesi. Inoltre, considerati i disagi idrici che la città sta tuttora patendo, non si comprende come mai si sia deciso di svuotare la vasca, facendo disperdere qualcosa come mille metri cubi del prezioso liquido.
Non solo: adesso, stante l’attuale situazione di emergenza, diventerà difficile riempire di nuovo la vasca. La scelta di svuotarla ci dicono che, dal punto di vista tecnico, è sbagliata visto che le vasche in cemento, a fronte di tutto ciò, finiscono piano piano per lesionarsi. Vorremmo, dunque, comprendere che cosa è accaduto. E qual è la logica dell’iter che l’Amministrazione sta portando avanti, si fa per dire, rispetto alla necessità di rendere nuovamente fruibile la piscina”. (da.di.)