Ragusa – Soddisfazione per l’ordinanza sindacale di divieto di vendita in territorio comunale di oggetti, souvenir gadget che inneggino o richiamino in termini positivi alla mafia e alla criminalità organizzata viene espressa dall’associazione Novantasettecento Codice Avviamento Progetto e dal consigliere comunale democratico Mario D’Asta. Soddisfazione peraltro giustificcta dal fatto che l’associazione ed il consigliere si erano impegnati molto attivamente per il raggiungimento di tale fine, la prima organizzando un webinar sulla questione ed il secondo facendosi promotore di una mozione consiliare. Novantasettecento ricorda “era l’inizio di aprile di quest’anno quando abbiamo tenuto una videoconferenza, con la partecipazione di
esponenti della società civile e del mondo dell’associazionismo sindacale e datoriale, avente per tema l’argomento “No alle mafie come brand nel mondo” e ringrazia Mario D’Asta “per avere lanciato la proposta facendola, poi, diventare una iniziativa consiliare che ha trovato sponda tra tutte le forze politiche presenti in aula. Una proposta che ha avuto anche un’eco nazionale proprio finalizzata a bloccare questo fenomeno che si richiama alla vendita di simboli inneggianti alla cultura mafiosa”. Poi nella nota stampa, l’associazione evidenzia “durante il webinar erano emersi alcuni interessanti aspetti tra cui il fatto che centrale resta il tema culturale e che sono parecchi gli strumenti che si possono utilizzare per stigmatizzare la diffusione di questi simboli. Serve riprendere le ragioni della lotta alle mafie su più fronti in quanto la Sicilia è e deve essere sempre di più quella dell’antimafia e non della mafia, non possiamo permetterci che la nostra terra sia disprezzata in questo modo” e conclude “bene ha fatto, dunque, il Comune di Ragusa a dare un seguito concreto a quello che sta diventando un importante movimento d’opinione”.
Da parte sua il consigliere dem Mario D’Asta si sofferma sul fatto che “l’obiettivo che ci siamo posti è di fermare questo fenomeno che per quanto simbolico aveva assunto una sua rilevanza”. Non a caso, spiega l’esponente Pd “alcuni casi recenti dimostrano come per le mafie i simboli siano importanti per affermare il proprio potere e ostentare la propria esistenza. Per questo era importante dare un segnale”. Poi D’Asta sottolinea “la risposta del civico consesso alla mia proposta è stata importante considerato che tutte le forze politiche presenti in aula hanno detto sì. Da qui, si è arrivati alla pubblicazione, ufficializzata ieri, dell’ordinanza sindacale. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di arrestare questo fenomeno che, per quanto simbolico, assume una rilevanza considerevole”. Tuttavia Mario D’Asta non manca di fare un appunto all’amministrazione “sappiamo che l'ordinanza sindacale è uno strumento per definizione del sindaco ma siamo altresì certi che nelle comunicazioni ufficiali, da parte di palazzo dell’Aquila, ci sia stata una svista (in assoluta buona fede), non tanto per non aver citato il proponente dell'iniziativa (non mi interessa "mettere il cappello"), ma tanto più per non avere citato la bontà della iniziativa nata in Consiglio comunale, l'assise democratica, per eccellenza, di ogni città”. (da.di.)