Ragusa – Fa naturalmente discutere, nè altrimenti poteva essere, il 97° posto di Ragusa nel rapporto “Ecosistema urbano” di Legambiente e Ambiente realizzato per il Sole 24 ore, posto in classifica tanto più deludente in relazione al numero, 105, dei comuni capoluogo. Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, parla di “ fotografia sfaccettata e a tratti sfocata di Ragusa, non un buon dato che ci induce a fare una analisi nel dettaglio delle varie voci prese in esame”. Questa l’analisi dettagliata del primo cittadino “nel 2020 la nostra città si è posta ai livelli virtuosi del nord Italia per le politiche sui rifiuti, posizionandosi al 35^ posto. Ragusa ha risultati nella media per ciò che riguarda l’ambiente (si va dal 3^ posto per uso efficiente del suolo alla 82^ posizione per alberi in proprietà pubbliche, entrambi i dati in miglioramento) e l’acqua (2^ per consumi, 38^ per capacità di depurare, 73^ per dispersione).
Quanto alla mobilità, siamo 27^ per sicurezza stradale ma solo 93^ per tasso di motorizzazione e addirittura 105^ per l’offerta del trasporto pubblico, che come è noto è gestito dalla Regione, e che ha beneficiato del rinnovamento dei mezzi Ast e di navette serali solo nel 2021.Siamo incredibilmente ultimi, con un valore che stupisce e penalizza tutta la nostra classifica, per la qualità dell’aria; un dato per cui abbiamo 0 punti su 100 e che vale il 20% del totale. Si tratta di capire come ciò sia possibile, dato che Ragusa non è certo tra le città più antropizzate e industrializzate d’Italia, e che non risultano, dalle rilevazioni dell’ARPA (agenzia regionale per la protezione ambientale), particolari criticità o allarmi in nessun periodo dell’anno. Chiederemo lumi al riguardo”. Ben diverso il pensiero del movimento Territorio che ha affidato al suo Esecutivo di Segreteria il compito di analizzare “i dati pubblicati e anche il comunicato del sindaco della città che si è affrettato ai distinguo per addolcire la pillola, come per ogni anno e come per ogni classifica, piuttosto amara”.
Poi Territorio esplicita le proprie constatazioni “Ragusa si piazza al posto 97 su 105 capoluoghi, secondo le teorie del nostro sindaco non c’è da lamentarsi perché 4 città importanti della Sicilia, Palermo, Messina e Catania sono dietro di noi e Siracusa ci precede di poco, ma resta dato inconfutabile che la città capoluogo resta comunque fra le ultime dieci città del paese. In verità i dati che ci fanno sprofondare sono quelli relativi all’inquinamento ambientale, ma, onestamente, non ci sembra di vivere in una città irrespirabile. Il biossido di azoto ci fa piombare al posto 104, come i PM10, mentre l’ozono ci tiene al posto 103. Offerta del trasporto pubblico e tasso di motorizzazioni, rispettivamente posizioni 105 e 93 definiscono il nostro 97esimo posto, non esaltante, considerato tutte le inutili discussioni che sono avvenute in passato sulla città green.
Per il resto, ci sono dati che si possono definire, confortanti, ma quello che vale è il dato finale, non vale chi ha conquistato traguardi importanti durante la tappa, vale chi vince la tappa. Va bene il verde urbano, pos. 53, nonostante le grandi difficoltà di manutenzione, scarso il numero di alberi di proprietà pubblica, pos 82, buoni dati per il solare pubblico, pos. 19. Al top, pos. 3, per uso efficiente del suolo, per consumi idrici pro capite, pos 2, pos. 38 per l’efficienza della depurazione, 35 per i rifiuti differenziati, 38 per i rifiuti prodotti. Cosa nota, ma inspiegabile dopo i lavori effettuati, la pos. 73 per la dispersione della rete idrica, irrilevante, in una città come Ragusa la valutazione per le piste ciclabili”. Dopo l’elencazione di questi dati, Territorio analizza le affermazioni del primo cittadino, che definisce “capriole comunicative del Sindaco che giudica la “fotografia” di Ragusa “sfaccettata e a tratti sfocata”, riteniamo che, invece, nel complesso, si tratti di foto nitida.
Naturalmente Cassì prende in esame, prima, i dati buoni, quelli positivi, affianca qualche dato negativo ma, per esempio per il trasporto pubblico, si affretta dire che è gestito dalla regione: perché, allora non si è fatto nulla per sganciarsi dall’AST? Parla anche di recente rinnovamento dei mezzi e cita le navette serali che con il trasporto pubblico normale non hanno nulla a che vedere. Si stupisce, come noi, per i dati di inquinamento ambientale, ma resta il fatto che qualsiasi classifica di questo tipo ci lascia quasi sempre nei bassifondi delle graduatorie, più di un capoluogo siciliano fa meglio di noi, non possiamo nemmeno stilare paragoni con le città del nord”. Poi la conclusione “ma non si intravedono politiche nuove ed efficaci sulle voci incriminate, sugli indicatori dove maggiori sono le criticità. Sarebbe da dire, meno parole più fatti”. (da.di.)