A rischio chiusura, per un tortuoso inghippo burocratico, la Casa di Ospitalità E.C. Lupis di Ragusa, dove attualmente sono presenti 28 anziani. A quanto pare il mancato insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, di competenza della Regione, impedirebbe il pagamento delle retribuzioni del personale addetto e porterebbe a rischio chiusura la struttura. Sulla vicenda si sono subito mobilitate forse sindacali e politiche, soprattutto il gruppo consiiare del movimento 5 stelle che già lo scoso 27 ottobre aveva lanciato un primo allarme su una questione che ora è diventata scottante. Sul fronte sindacale intervengono Nunzio Fernandez, segretario generale della FP CGIL di Ragusa e Sandra Farruggio della CISL FP di Ragusa-Siracusa con una nota inviata ai Responsabili dell’A.S.S.A.P. OO.PP. Riunite “Eugenio Criscione Lupis” Ragusa, all’Assessore Regionale della Famiglia e Politiche Sociali, Antonio Scavone, al Dirigente Responsabile Regionale Servizi II.PP.A.B, al Sindaco del Comune di Ragusa, al Dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Ragusa, alla Diocesi di Ragusa, al Direttore Generale ASP 7 arch. Angelo Aliquò, al Prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri.Nel documento i due sindacalisti lamentano di “non aver ricevuto notizie ufficiali ma sappiamo comunque, che ci sono forti ritardi nel pagamento delle retribuzioni di tutto il Personale che opera nella struttura.
Sembrerebbe che tale preoccupante prospettiva trovi origine nel mancato insediamento del Consiglio di Amministrazione”. Fernandez e Farruggio così riassumono la vicenda “sostanzialmente il C.D.A. uscente, poiché scaduto, non è ancora stato sostituito, sembrerebbe per motivi legati alla mancata designazione di un componente “erede”. Tale disguido sarebbe alla base del ritardo nelle nomine del nuovo C.D.A., con tutte le conseguenze del caso. Dal nostro punto di vista, gli attuali ritardi nella composizione del nuovo CDA, la cui nomina spetta alla Regione, previa acquisizione della documentazione fornita dalla struttura, dal Comune e dall’ASP e della diocesi di Ragusa, sarebbe dovuta avvenire in tempo utile e rappresentare quindi un normale avvicendamento mentre oggi, ci troviamo di fronte ad una esasperante inerzia, un rimballo di competenze e responsabilità inaccettabili, se rapportate a un corretto e puntuale svolgimento dei servizi dedicati a soggetti fragili, si tratta di circa trenta anziani di cui tre quarti allettati, ma anche rispetto all’estremo disagio degli operatori dipendenti dall’IPAB, unitamente ai 15 dipendenti di una Cooperativa, che ad oggi condividono momenti difficili e sentono forte il peso dell’incertezza del proprio futuro lavorativo”. Per magigor chiarezza i due sindacalisti aggiungono “ci troviamo di fronte ad una situazione inusuale, paradossalmente l’Ente, sostenuto finanziariamente dalle rette dirette, e dalle convenzioni con il Comune di Ragusa, oltre che da eventuali contributi a regionali, si troverebbe nella paradossale condizione di avere liquidità, ma non poter pagare stipendi (tre mesi per i dipendenti della Ipab e cinque mensilità per quelli della cooperativa) Collaboratori esterni (infermiere e Assistenti Sociale etc.) e fornitori, poiché manca la designazione del CDA, o la nomina di un Commissario straordinario da parte della Regione, in attesa di regolarizzare gli adempimenti connessi all’insediamento del nuovo CDA.
Tutto questo è inaccettabile, affermano ancora i due dirigenti sindacali, ancor più, se si considera la storia dell’IPAB “E. Lupis” di Ragusa, che rappresenta ancora oggi una istituzione nell’ambito dell’assistenza agli anziani, gli inabili e delle famiglie bisognose e dei minori. Lo scopo primario dell’IPAB “E. Lupis” è l’organizzazione e la gestione dei servizi nell’ambito degli interventi assistenziali e socio sanitari, a cui fa riferimento la vigente legislazione nazionale e regionale concernente la realizzazione del sistema integrato degli interventi e dei servizi previsti dalla legge 328-2000 e successivo D. Lgs. 207/2001”. A conclusione della loro lettera, Nunzio Fernandez della FP Cgil e Sandra Farruggio della CISL FP si dichiarano “sin d’ora disponibili ad un confronto, invitano Sua Eccellenza il Prefetto di Ragusa ed il Signor Sindaco di Ragusa ad agevolare la costituzione di un tavolo di confronto che si occupi delle problematiche esposte”. E sulla penosa vicenda tornano ad intervenire i consiglieri 5 stelle che, lo ripetiamo, avevano già lanciato l’allarme giusto un mese fa. E per tutti interviene il capogruppo Sergio Firrincieli che, dopo aver ricordato questo precedente intervento, afferma “un mese fa avevamo denunciato, in Consiglio comunale, la drammatica situazione in cui versa l’opera pia Eugenio Criscione Lupis. Ci fu detto che tutto sarebbe stato risolto dalla Regione nel giro di poco tempo.
A distanza di così tanto tempo, non solo la questione non è stata risolta ma addirittura la vicenda rischia di precipitare e in maniera drammatica come testimonia la forte denuncia dei sindacati Fp Cgil e Cisl Fp. Quello che ci preoccupa maggiormente è la sorte dei 28 nostri concittadini che sono ospitati e il cui futuro, al momento, non potrebbe risultare più incerto”. Poi Firrincieli torna ad asserire la necessità che l’amministrazione Cassì si dia da fare per cercare di arrivare alla composizione di una soluzione, sollecitando, in particolare, la Regione a trovare la quadra nella nomina del nuovo Cda. Spiega Sergio Firrincieli “ci sarebbero impedimenti di carattere burocratico a bloccare le nomine. Però riteniamo che in questo caso debba essere il sindaco a fare sentire la propria voce. E’ passato un mese e non è accaduto nulla. In che modo si vuole intervenire politicamente? Oppure l’amministrazione comunale di Ragusa farà finta di nulla in attesa degli eventi? Sinceramente, non si comprende questo atteggiamento, questo basso profilo a tutti i costi che, così come sta accadendo in tale circostanza, finirà con il danneggiare la nostra comunità. Quando occorre alzare la voce, bisogna farlo. E questo è uno di quei casi”. (da.di.)