ROMA (ITALPRESS) – Un libro per illustrare il lavoro giudiziario del magistrato siciliano Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre 1990, all’età di 38 anni mentre lavorava come magistrato ad Agrigento. A raccontarlo nel testo dal titolo “Un giudice come Dio comanda”, presentato a Roma presso la sede di oVer Edizioni, Alfredo Mantovano, Consigliere alla Corte di Cassazione e Vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino, Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino e Vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino e Mauro Ronco, Professore emerito di Diritto Penale all’Università di Padova e Presidente del Centro studi Rosario Livatino.
Il suo profilo è antitetico a quello di un magistrato di “sistema”. Si è sempre mostrato convinto che il compito del giudice non sia inventare la norma, bensì applicarla, secondo competenza e coscienza. Dichiarato Beato dalla Chiesa il 9 maggio 2021, Livatino è il primo giudice riconosciuto martire a motivo della fede. Gli autori del libro attingono dalle sentenze di merito, divenute definitive, pronunciate nei tre tronconi processuali relativi al suo omicidio, nelle quali viene descritto con precisione il lavoro del giudice Livatino.
“In questa opera analizziamo la figura di un giudice con le sue qualità e i suoi valori che ha conferito una nuova immagine alla magistratura, in primis per l’intensità del suo impegno nel contrastare le mafie. Erano anni in cui non esisteva il 41 bis per i mafiosi, in cui non esistevano i pentiti e mancavano la procura nazionale e le procure distrettuali antimafia, intuizione successiva di Falcone”. Spiegano gli autori del libro: “Il mondo di Livatino e il suo lavoro devono essere di ispirazione per le attuali e per le future generazioni, quali esempio di un alto modello di magistrato a cui far riferimento”. L’ufficio stampa dell’evento è stato curato da Ital Communications di Attilio Lombardi.
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