Il Superbonus 110% continua ad essere oggetto di discussione al Governo dopo l’annuncio del tetto Isee di 25 mila euro per le villette unifamiliari.
Le ultime news parlano di una possibile cancellazione del tetto Isee per le villette unifamiliari o un aumento da 25 mila euro a 40 mila euro. Se ne parlerà oggi nella nuova riunione di maggioranza in cui il Governo potrebbe fornire le prime concrete risposte alle richieste, ormai sottoscritte da tutte le forze politiche, di rivedere e, se possibile, eliminare i troppi vincoli che il Governo vuole introdurre al superbonus del 110% con la legge di Bilancio. La cancellazione al tetto Isee di 25mila euro per consentire alle persone fisiche di poter effettuare interventi di efficientamento energetico o di messa in sicurezza delle unità unifamiliari (per la cronaca, villette), è stata condivisa da tutti e il Governo sarebbe pronto a rivedere la sua posizione.
Superbonus 110%: cancellazione tetto Isee o aumento a 40 mila euro
La decisione su una ulteriore modifica del tetto Isee per le villette unifamiliari si deciderà oggi 9 dicembre. Il Mef dovrebbe fornire le sue indicazioni partendo dalla valutazione dei costi di una completa rimozione del tetto Isee o di una sua rimodulazione a 40mila euro. Per il Movimento 5 Stelle la convergenza delle forze politiche è tutta sulla loro proposta, ossia quella di estendere il 110% pieno (senza tetto Isee) alle villette da giugno fino a fine 2022, con la previsione di un solo stato di avanzamento (30% e non 60%) al 30 giugno 2022. Salterebbero anche il limite della prima casa e la data di rilascio della Certificazione di inizio lavori asseverata. Oltre al superbonus 110% continua ad essere oggetto di discussione anche il bonus facciate che secondo l’articolo 9 del disegno di legge di bilancio, dal 1° gennaio sarà accessibile per tutto il 2022 ma con una percentuale ridotta: dall’attuale 90% si passerà a un meno appetibile 60 per cento.
Misure anti-frodi
Più facilmente percorribile sembra essere invece l’ipotesi di aggiustamento alle misure anti-frodi, confluite con un emendamento del governo nel Ddl di bilancio. L’obiettivo di molti gruppi parlamentari, che sarebbe sostanzialmente condiviso dai relatori, è quello di fissare alcune soglie sotto le quali non sarebbe richiesta l’asseverazione con l’obbligo di mettere in sicurezza le procedure in corso evitando così un’applicazione retroattiva delle norme. E il governo non ha chiuso la porta, riservandosi, coperture alla mano, la possibilità di giungere a una riformulazione dei correttivi proposti dalle forze politiche. Anche se in questo caso le indicazioni di palazzo Chigi e del Mef potrebbero arrivare non subito, ma a ridosso delle votazioni in commissione bilancio, fissate per martedì 14 dicembre.