Il professor Alberto Zangrillo osserva una coda per il tampone covid davanti ad una farmacia e sbotta. “Santo Stefano, ore 10 a Milano. 200 metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese”, scrive il primario del reparto Anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano.
Nei giorni di festa, la richiesta di tamponi nella farmacie – non solo in Lombardia – si è impennata. Ore di coda per eseguire un test rapido prima di riunirsi con familiari e amici. Zangrillo stigmatizza la scena, con un tweet che si inserisce in un ‘filone’ con altri messaggi. “Quando il Paese sarà irrimediabilmente distrutto ne chiederemo ragione agli ‘scienziati’ e ai ‘giornalisti innamorati del covid 19′”, scriveva il primario qualche giorno fa. Le file per il tampone erano state al centro di un tweet anche la scorsa settimana: “A Milano gli assembramenti sono creati da persone in attesa di tampone fuori dalle farmacie. La paranoia da contagio, creata dai media, è una malattia incurabile”.