Non ce l’ha fatta Nunzio Chisari, il ciclista catanese di 50 anni che la vigilia di Natale era stato vittima di un incidente durante un’escursione sui Nebrodi. E’ morto dopo 8 giorni di agonia. Con la sua Mtb si era recato presso il bosco Malabotta, sui Nebrodi.
I familiari, non vedendolo tornare, avevano allertato le forze dell’ordine per segnalare la sua scomparsa e solo dopo diverse ore il 50enne era stato ritrovato. Per tutta la notte, le squadre dei tecnici della Stazione Etna Nord del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano, dei militari del SAGF del comando provinciale di Catania della Guardia di Finanza e dei volontari dei vigili del fuoco dei distaccamenti del territorio, avevano battuto i sentieri della zona di ricerca. Solo l’indomani, intorno alle 7, una seconda squadra della Stazione Etna Sud del SASS aveva continuato le ricerche fino al ritrovamento del biker. Il 50enne era stato soccorso e trasportato in elisoccorso presso l’ospedale Papardo di Messina. Dopo 8 giorni d’agonia, Chisari, è morto. “Non penso che ci siano strade giuste o sbagliate. Ogni strada é quella giusta se fa parte della tua vita”, aveva scritto in uno dei suoi ultimi post su Facebook, un pensiero che oggi sa tanto di beffa.
Dopo la notizia della morte, sono stati tanti i messaggi di amici e conoscenti sui social: “Riposa in pace “Lucio”! La tua luce illuminava i miei primi anni lavorativi in ST. Non c’era giorno che non rischiavi il linciaggio con le tue battute in laboratorio. E anche quando i nostri percorsi lavorativi si son separati era un piacere scambiare qualche chiacchiera quando ci incontravamo: ogni aneddoto finiva con un sorriso. Assurdo morire così. Un grande abbraccio, ciao Nunzio Chisari”, scrive un ex collega. “Una triste notizia quando muore qualcuno soprattutto dopo tanti giorni di agonia dopo un incidente in mtb. R.i.p. Nunzio”, scrive un uomo che poi lancia un appello: “Il mio invito a voi ciclisti, ve lo dico spesso, soprattutto a chi inizia e ha poca esperienza, è quello di non avventurarvi mai da soli in fuoristrada perché i pericoli sono sempre tanti e in caso di caduta non è mai facile farsi trovare, spesso il cellulare non prende e può succedere il peggio”.