Il Comune di Palermo ha fornito nuovi aggiornamenti sull’infezione di legionella all’interno di villa Niscemi. L’Amministrazione fa sapere in una nota che il focolaio del bacillo sarebbe scoppiato all’interno di un pozzo, usato anche per l’approvvigionamento idrico della struttura.
Gli uffici hanno così contattato una ditta specializzata nelle attività di sanificazione delle reti idriche, al fine di porre fine ad un disagio che ha provocato il trasferimento di alcuni uffici comunali in altra sede. Il tutto all’interno di una nuova ondata di covid-19. Caso di legionella a Villa Niscemi: la strategia del Comune: Di seguito la nota del Comune di Palermo. “Immediatamente dopo il riscontro di un caso di legionella per un dipendente in servizio presso Villa Niscemi (che per altro era stato assente dal servizio per alcune settimane) l’Amministrazione ha attivato una serie di controlli da cui è risultato l’infezione di un pozzo utilizzato anche per l’approvvigionamento idrico della villa. Lo stesso pozzo è stato immediatamente disconnesso dalla rete della villa. Ciò mentre AMAP, su richiesta degli uffici comunali, ha provveduto alla sostituzione di alcune infrastrutture di accumulo e distribuzione dell’acqua. Oltre a creare un collegamento diretto e unico con la rete dell’acqua potabile comunale.
“Nel corso della giornata di oggi – continua la nota -, una ditta specializzata nelle attività di sanificazione e disinfezione delle reti idriche ha svolto un sopralluogo. Controllo che permetterà, già da domani, di programmare un intervento complessivo al termine del quale si procederà ad una ulteriore verifica della salubrità della rete, propedeutica alla riapertura della Villa per gli usi d’ufficio e per il pubblico”.
Un dipendente era risultato positivo
Villa Niscemi risulta infatti chiusa al pubblico da circa tre settimane. Ciò da quando uno dei dipendenti ha scoperto la propria positività alla malattia. Un fatto che sta mettendo ko diversi uffici comunali, con una trentina di dipendenti costretti a cambiare sede di lavoro. Un batterio complicato da sconfiggere, capace di resistere nell’acqua e nel fango, nonchè di diffondersi anche per via area. Dettaglio non da poco, visto che la tenuta storica presenta diversi spazi verdi nonché strade in terra battuta. Questo considerando anche le precipitazioni degli ultimi giorni. Nemico grande appena 5 milionesimi di metro, che si annida nei polmoni provocando, a volte, febbre, dolori muscolari, mal di testa, astenia, ma sono anche legati all’apparato respiratorio con conseguentemente lo sviluppo di mal di gola, tosse e polmonite.